Ragusa. Abbattimento delle barriere architettoniche, lettera aperta all’assessore Salvatore Corallo
LETTERA APERTA DELLA RETE “I PETALI DEL CUORE” E DELLA ASSOCIAZIONE “OLTRE L’OSTACOLO” ALL’ASSESSORE CORALLO: “A RAGUSA C’E’ ANCORA MOLTO DA FARE SULL’ABBATTIMENTO DELLE BARRIERE ARCHITETTONICHE. IL FATTO CHE ALCUNE OPERE SIANO A NORMA NON SIGNIFICA CHE SIANO ACCESSIBILI AI DISABILI”
Ragusa, 4 dicembre 2015 – Rendere la città di Ragusa il più possibile accessibile eliminando dove è possibile le barriere architettoniche. Questo il messaggio contenuto nella lettera aperta che il presidente della rete di associazioni “I petali del cuore”, Flavio Brafa, in collaborazione con il presidente dell’associazione “Oltre l’ostacolo”, Francesca Cavalieri, ha indirizzato all’assessore comunale ai Lavori pubblici, Salvatore Corallo. “I petali del cuore” è una rete di associazioni che opera per il bene della città e dei cittadini. “Una barriera architettonica – scrivono Brafa e Cavalieri nella lettera aperta – è un qualunque elemento costruttivo che impedisce o limita gli spostamenti o la fruizione di servizi, in particolar modo a persone disabili, limitandone la capacità motoria o sensoriale. In Italia esistono alcune leggi che garantiscono il diritto all’accessibilità in questi luoghi, sono norme tecniche molto precise, vincolanti, ma purtroppo non sempre vengono applicate. Occorre un approccio mentale diverso per questa problematica nonché un nuovo modo di programmare le opere pubbliche: più attenzione alla mobilità dei disabili e con collaudi più idonei e “seri”. Da quanto rileviamo in città, in fase di progettazione l’accessibilità e la mobilità sono considerati da molti tecnici degli optional che vanno previsti perché dovuti e quindi considerati solo dopo tutto il resto”. “Tra le opere pubbliche – prosegue la nota – che l’Amministrazione comunale intende realizzare sappiamo che vi è il rifacimento dei marciapiedi di via Vasco De Gama, a Marina di Ragusa; presumendo che si è ancora in fase di progettazione, chiediamo di garantire la massima attenzione all’accessibilità del suddetto percorso e di renderlo fruibile a tutti abbattendo le barriere architettoniche. Gli adattamenti in questione riguardano in particolare marciapiedi, passaggi pedonali e parcheggi: per non costituire barriera architettonica essi devono permettere a un disabile in carrozzina (ma anche alle mamme con passeggino) di passare e muoversi agevolmente”.
Il presidente Brafa aggiunge, altresì, che “occorre avere maggiore attenzione alle norme in materia di barriere architettoniche, garantendo la giusta dimensione dei percorsi pedonali e degli scivoli; si deve fare inoltre attenzione a non creare restringimenti o ad inserire elementi che ne intralcino l’utilizzo e la mobilità. Vogliamo percorrere iniziative di sensibilizzazione diretta sia all’amministrazione sia all’opinione pubblica, ricordando che sono sufficienti semplici azioni per la tutela dei diritti dei cittadini con difficoltà motoria, per la cui realizzazione non sempre occorrono cospicue risorse. Ecco perché chiediamo una corretta programmazione, una progettazione attenta e dei collaudi “veri”, anche con il coinvolgimento di coloro che vivono sulla propria pelle i disagi delle singole barriere”.
“Le nostre associazioni – aggiungono Brafa e Cavalieri – si rendono disponibili a collaborare con l’amministrazione comunale e con i suoi uffici tecnici al fine di prevenire errori di progettazione (vedi piazza San Giovanni, lungomare Andrea Doria, Ragusa Ibla, ecc). nonché per ricercare soluzioni più idonee per la mobilità di tutti i cittadini. In conclusione c’è da sottolineare che, accanto al rispetto delle norme, esistono accorgimenti dei quali si deve tener conto se si vuole garantire veramente accessibilità. Non basta essere a norma per poter definire lo stato di accessibilità, non esiste una soluzione ideale per ogni barriera architettonica: una rampa, che a norma ha una pendenza dell’8%, può essere troppo ripida per una persona anziana in carrozzella. Per questo semplice motivo si chiede che in fase di collaudo sia chiamato un diversamente abile affinché possa verificare lo stato di congruità delle opere”.