Ragusa. “Il Pianista”, La leggenda del Virginian
Stagione di prosa 2014-2015 alla Sala Teatro Accademia della Bellezza. Secondo appuntamento teatrale:
“Il Pianista” – La leggenda del Virginian, liberamente tratto da “NOVECENTO” di Alessandro Baricco
RAGUSA – Sabato 27 (ore 21.00) e domenica 28 dicembre 2014 (ore 18.30), presso la Sala Teatro Accademia della Bellezza (Via Asia, 1 – Ragusa), la Compagnia teatrale iblea metterà in scena “Il Pianista”, tratto da “Novecento” di A. Baricco, con Alessandro Sparacino cui è stata affidata anche la regia.
I costumi sono curati da Natalina Lotta, mentre la direzione tecnica è affidata a Laura Frasca.
La rappresentazione rientra nell’ambito della stagione di prosa 2014-2015 “Invito a Teatro”, un’iniziativa resa possibile grazie alla sinergica collaborazione con Teatro Utopia, Federazione Italiana Teatro Amatori, Regione Siciliana, Centro Studi “Feliciano Rossitto”, Accademia della Bellezza (Scuola di formazione professionale), Associazione Leader, che hanno manifestato interesse a coltivare un progetto teatrale ad ampio respiro.
IL PIANISTA
… non sei fregato, nella vita,
finche hai una buona storia e qualcuno a cui raccontarla…”
“Il Pianista”, tratto da “Novecento” di Alessandro Baricco, è sicuramente una storia incredibile, raccontata in forma di monologo dal trombettista Tim Tooney, che parla della sua grande amicizia con Denny Boodman T. D. Lemon Novecento, l’uomo che possedeva una musica indefinibile sulla punta delle dita e un desiderio curioso di regalare quella musica a chi non se la poteva permettere!
E’ la vicenda di un uomo che nasce, cresce e muore su una nave, il transatlantico Virginian, senza scendere mai, per quasi cinquant’anni, dall’inizio del ‘900 sino alla conclusione della seconda guerra mondiale.
La sua casa era 1’Oceano e la sua maestria stava nell’incantare i passeggeri con una musica che “…non c’era da nessuna parte…”.
Il suo rifiuto di scendere dalla nave nasce dalla paura per la sconfinata vastità della terra rispetto ad un ambiente definito e governabile. Solo per una volta cederà alla tentazione, nel porto di New York: il “sogno” svanirà sui gradini della passerella da sbarco.
Dunque Novecento – nomignolo che gli era stato dato dal fuochista che lo aveva trovato in fasce sul pianoforte della sala da ballo del Virginian – interpreta la metafora dell’artista che non sa riconoscersi nei limiti della vita, capace di comunicare solo attraverso la sua arte.
Tim Tooney è invece un testimone, un uomo cui la vita sembra aver voltato le spalle con l’arrivo della guerra, uno che sapeva suonare il jazz ma che, per vivere, si era venduto anche la tromba… Rimaneva comunque in possesso della storia più strana che 1’Oceano potesse raccontare, pazzesca a ben pensarci, ma bella…”.