Ragusa, 16 ottobre 2015 – “A fronte degli oltre 48 milioni di euro incassati, negli ultimi tre anni, dal Comune di Ragusa come proventi di royalties petrolifere, non esiste ancora un sistema in grado di regolare la spesa di queste somme. Per questo motivo abbiamo presentato un atto di indirizzo che, se approvato, impegnerebbe l’attuale amministrazione a redarre un regolamento che potrebbe essere per la città un valido strumento per programmare gli investimenti da effettuare con questo denaro”. Lo dichiara il portavoce del Laboratorio politico 2.0, Sonia Migliore, che aggiunge: “Nel documento che abbiamo preparato, si propone l’istituzione di un tavolo tecnico che si occupi della programmazione della spesa, composto oltre che da consiglieri comunali in equa rappresentanza di maggioranza e opposizione, dagli esponenti delle associazioni delle categorie produttive interessate a vario titolo alla questione, da espressioni di associazioni ambientaliste e di associazioni di consumatori. Inoltre, vengono fissate delle percentuali di spesa da dedicare a interventi per bonifica ambientale (es. 15%), interventi per efficientamento energetico ( es.15%), interventi per fondi di micro credito a favore delle piccole e medie imprese (es. 20%), interventi per il sostegno alle imprese e/o cooperative giovanili attraverso un fondo di garanzia (es. 15%), realizzazione di piccole opere pubbliche (es. 10%), interventi per la detassazione e sgravi fiscali per le piccole e medie imprese e attività commerciali, nonché a sostegno delle famiglie più numerose e in relazione all’Isee”.
“Inoltre – continua Migliore – abbiamo già coinvolto le principali associazioni di categoria della città perché ci diano il loro parere ed eventualmente un contributo per migliorare questa nostra proposta. Siamo convinti, infatti, che le royalties possono costituire grande stimolo alla crescita dello sviluppo economico e occupazionale della comunità ragusana, a patto che queste non siano più usate per coprire la spesa corrente del Comune, ma vengano destinate seriamente agli investimenti per la tutela ambientale e l’efficientamento energetico”.
“Fino ad oggi, secondo noi – conclude Migliore – queste somme sono state impiegate nel modo sbagliato, ma fino a quando non esisterà uno strumento in grado di costringere le amministrazioni ad appostale in bilancio in modo chiaro, non sarà possibile approfittarne nel modo corretto”.