RAGUSA IN MOVIMENTO REPLICA ALLE ASSOCIAZIONI CHE CHIEDONO LA CANCELLAZIONE IN CITTA’ DI VIA ALMIRANTE: “NON SOLO FU UNO STATISTA DI GRANDE PORTATA MA NON FIRMO’ IL MANIFESTO DELLA DIFESA DELLA RAZZA”
RAGUSA (RG) – Ragusa in Movimento risponde al Gruppo anarchico di Ragusa, alla Confederazione unitaria di base (Cub), al comitato di base No Muos Ragusa, all’associazione culturale Sicilia Punto L e all’associazione culturale Lebowski che hanno chiesto al Comune la cancellazione del toponimo della via ragusana intitolata a Giorgio Almirante. “Purtroppo, e mi dispiace metterlo in rilievo – dice il presidente di Ragusa in Movimento, Mario Chiavola – ci si basa su luoghi comuni quando si parla di uno statista di siffatta portata. Almirante ha incarnato la tenacia e l’onestà intellettuale applicate a una politica di “vecchio stampo”, militante e ideologica, ancora lontana dagli scandali di corruzione e tangenti, compromessi e tornaconto individuali. Un politico capace di coniugare, nell’impegno quotidiano, tenacia e fermezza e indiscutibile capacità di tenere unita una comunità ancora emarginata, discriminata, vittima del terrorismo imperante dei feroci anni Settanta, quando parlare da un pulpito non violento in un momento in cui molti si incamminavano nel tunnel buio della lotta armata contro il sistema, non era facile. Anzi, era quasi impossibile. Eppure Almirante, protagonista assoluto della storia italiana e della Destra nazionale, è riuscito a dispetto di tutti e di tutto a rimanere nell’alveo di una civile competizione democratica. Non per niente, tra i tanti che a lui hanno riconosciuto doti politologiche e lungimiranza strategica, in particolare Montanelli disse che «il leader del Msi era il solo uomo politico cui potevi stringere la mano senza timore di sporcartela». E, per quanto riguarda il manifesto della difesa della razza, a cui i suoi detrattori, come i nostri giustizialisti ragusani sembrano vogliano aderire, fanno periodicamente riferimento, Almirante disse che naturalmente non lo firmò, ma in ogni caso prese le distanze nel modo più fermo e deciso possibile da quelle leggi e dallo spirito che le animò. Ora, i firmatari del Manifesto della Razza erano solo dieci scienziati, ben individuati, e di qualcuno di loro la firma è anche stata smentita e messa in dubbio. Tra questi dieci, ovviamente, Almirante non c’era. Per cui, come associazione, ci sentiamo di rispedire senz’altro al mittente questa richiesta che è stata portata avanti senza alcun coscienzioso approfondimento di carattere storico ma solo con la voglia di volere cavalcare delle ondate di populismo”.