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Ragusa. Terremoto nella sanità iblea. Corruzione falso frode nelle pubbliche forniture e interruzione di pubblico servizio. Venticinque rinvii a giudizio.

Ragusa. 25 febbario 2022
Il Gip di Ragusa Ivano Infarinato, ha rinviato a giudizio 25 persone, mentre per un’altra persona, la ventiseiesima è stata formulata richiesta di messa alla prova. Tutto ha preso il via dalle indagini della GdF denominata Ethos, disposta dalla Procura di Ragusa. L’indagine ha accertato diversi casi di corruzione, falso, frode nelle pubbliche forniture e interruzione di pubblico servizio, reati posti in essere da dirigenti, funzionari e tecnici dell’Asp di Ragusa e altre persone esterne coinvolte nei lavori per il nuovo ospedale Giovanni Paolo secondo.
Tutti gli episodi contestati, riguardano il biennio 2015 – 2017.
I rinviati a giudizio a vario titolo, fanno parte dei vertici della sanità iblea di quel periodo.
Tra questi, il manager Maurizio Aricò, i direttori amministrativi, Franco Maniscalco e Elvira Amata, un direttore sanitario, un dirigente tecnico, e tutti i tecnici che si occuparono della gestione del servizio di pulizia, di collaudo e di completamento di impianti e lavori edili del blocco operatorio. Secondo gli investigatori, ci sarebbero responsabilità da parte di tutti.
In vari servizi è stato accertato che a fronte di fatturazioni delle prestazioni lavorative eseguite dalle ditta sulla base della estensione delle superfici da pulire, indicate puntualmente nel capitolato d’appalto, l’azienda appaltatrice forniva una prestazione diversa, mentre quantità e qualità dei macchinari forniti era totalmente diversa da quella indicata in sede di aggiudicazione. L’ipotesi di corruzione è legata ad alcune assunzioni, due in particolare della ditta di pulizie.
La Procura ha accertato numerose irregolarità sottaciute in cambio di comportamenti definiti morbidi da parte degli enti competenti che coprivano le irregolarità nella esecuzione del servizio di pulizia, nella realizzazione di impianti tecnologici e in altri lavori.
Il blocco parto, il blocco operatorio e i locali destinati alla terapia intensiva coronarica ed a quella neonatale, sarebbero stati “trattati in un certo modo” su cui sono puntati i riflettori degli organi inquirenti. Le certificazioni rilasciate, attestanti il perfetto funzionamento, copriva difformità che in alcuni casi non evidenziavano che nelle sale operatorie, invece di immettere nell’ambiente aria pulita, estraendo quella sporca, avveniva il contrario. False attestazioni anche nell’impianto antincendio. La data del processo è stata fissata per il 24 giugno p.v.presso il Tribunale di Ragusa.

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