Ragusa. 03/02/2021
Solo due giorni fa, il primo febbraio, con una breve nota diffusa, “si escludeva la possibilità di poter sottoporre a vaccinazione, il personale dipendente delle farmacie, a causa degli avvenimenti evidenziati dalla trasmissione televisiva Piazza pulita che ha indotto l’assessorato regionale competente a iniettare il vaccino esclusivamente alle categorie comprese nell’elenco emanato dalla Regione”. (n.d.r. di questo ci siamo già occupati)
Ovviamente questa esclusione del personale che opera all’interno delle farmacie e che corre gli stessi rischi di contagio dei titolari farmacisti, ha scatenato una giusta reazione nella categoria.
Ognuno risponde di se stesso e agisce utilizzando il proprio cervello e la propria coscienza. Nella categoria infatti, c’è chi accetta le disposizioni imposte dagli organi competenti e trasmessi all’ordine professionale, c’è chi reagisce con scienza e coscienza, evidenziando a tutti i livelli, il disappunto per la mancata vaccinazione moralmente e giustamente dovuta, non solo al o ai farmacisti operanti all’interno della struttura, ma anche al personale dipendente di queste, ovviamente regolarmente ingaggiato e in regola.
Su questo argomento eravamo già intervenuti nei giorni scorsi, ma il problema del personale dipendente, recepito come se si trattasse di categoria di serie inferiore, continua a sussistere.
Sono tanti i professionisti che lamentano questa incomprensibile presa di posizione da parte di chi dovrebbe tutelare nella maniera più corretta e opportuna, la salute di chi opera in strutture sanitarie o parasanitarie, che corrono seri rischi di contagio se non adeguatamente tutelati.
Sarebbero, il condizionale è sempre opportuno, ma la certezza è reale, state bloccate le vaccinazioni per il personale dipendente delle farmacie e parafarmacie.
Contestualmente si apprende che in tutta la provincia, viene iniettato il vaccino a persone che, in questo momento, non correndo gli stessi rischi del personale sanitario e parasanitario, non avrebbero diritto. E non solo, si va alla ricerca di chi, doverosamente, o a seguito di denuncia o per professione, segnala queste anomale irregolarità.
Penso, da giornalista e da uomo della strada, che sia arrivato il momento di tacere e agire, si vada avanti con i vaccini e si proceda a vaccinare tutte le persone che, lavorando a qualunque titolo in strutture sanitarie e similari, possano correre il rischio di contrarre il virus.