Rai: Saccone, Slc-Cgil “Rilanciare il servizio pubblico? Sì, ma prima che sia troppo tardi”
(U.S.Slc Cgil) -Roma, 18 set- “Si vuole rilanciare il servizio pubblico? Si facciano atti concreti, ma rapidamente, a salvaguardia di una Rai che comincia a correre qualche rischio per il suo futuro”. A parlare è il numero uno di Slc Cgil, Riccardo Saccone che indica anche lo strumento per intervenire sull’intero sistema informativo ed editoriale: “Un tavolo permanente è sicuramente una proposta che può funzionare, ma è da mettere in campo rapidamente, mentre sul destino della più grande azienda culturale del Paese da parte del governo è ancora buio pesto. A quanto ammonterà il canone per gli anni futuri dopo il taglio populista di 400 milioni che, se confermato, metterebbe in ginocchio definitivamente l’azienda? Quale sarà la modalità di esazione? Quale futuro ha un’azienda che per finanziare un’ipotesi di piano industriale deve vendere ulteriori quote di RAI Way, per poi fonderla con Ei Towers, con ulteriore perdita pubblica di possesso di una infrastruttura? E come garantire l’indipendenza dal potere politico?” chiede il Segretario generale di Slc convinto che la Rai sia in stallo da ben prima di maggio: “scarsità dell’offerta, poca sperimentazione, una narrazione del Paese sempre più piatta ed omologata, un’esposizione debitoria ingente, un grave ritardo nella digitalizzazione dei processi. Sino ad oggi -è l’analisi del sindacalista- anche questa maggioranza pare più interessata alla consueta logica spartitoria, a danno di un destino industriale e culturale della Rai che, senza interventi responsabili, sembra segnato”.
“Intanto si potrebbero applicare subito i criteri di indipendenza del Media Freedom Act -suggerisce Saccone- senza attendere il 2025. Ma -insiste- se davvero il governo Meloni volesse rimettere il servizio pubblico al centro del sistema informativo e culturale dovrebbe fare subito un’operazione chiara: rivalorizzare le competenze interne, e consentire un rinnovo del contratto di lavoro che abbia il consenso dei lavoratori”.
“Ecco perchè Il prossimo 23 settembre le lavoratrici ed i lavoratori della Rai scioperano, -ricorda infine Saccone- perché sono preoccupati per il futuro del proprio lavoro e del destino di un’azienda che deve tornare ad esercitare il suo ruolo trainante nel mondo dell’informazione e della produzione culturale”.