Roma. 24.01.2025
“È alta, chiara e forte la denuncia delle tragedie sul lavoro con cui la Presidente della Corte di Cassazione, ha aperto l’anno giudiziario. Fare giustizia è diventato più difficile – ha detto la presidente Cassano – soprattutto per tutelare i diritti del lavoro e la dignità sociale. Condivido totalmente le parole della presidente Cassano che ha definito inaccettabile il numero delle morti sul lavoro” – così Bruno Giordano, magistrato presso la Corte di Cassazione, esperto di sicurezza del lavoro – “Negli anni 90 vi erano presidenti che di fronte ai morti sul lavoro parlavano di fatalità. Ora finalmente si punta l’indice sulle logiche economiche, sulla precarietà e l’irregolarità del lavoro che favoriscono lavoro irregolare, nero, simulato, grigio. 1000 morti in 11 mesi sono un dato che pesa non solo sulla coscienza di datori di lavoro ma sulle istituzioni che dovrebbero assicurare una vera prevenzione. Cassano ha messo in luce il mancato riordino normativo degli organi di vigilanza, l’assenza di collegamenti tra le banche dati, l’omessa alimentazione del portale nazionale del sommerso – di recente ancora rinviato dal ministro del lavoro – la diversa modulazione degli organici degli ispettori delle asl ma soprattutto ha criticato i recenti interventi normativi come l’obbligo di preventiva comunicazione dell’ispezione, la diffida amministrativa che in pratica svuota di deterrenza le sanzioni e incentiva l’illegalità del lavoro”. “Dalla relazione della presidente della cassazione emerge chiaramente che la giustizia sulle morti del lavoro arriva sempre dopo e non potrà mai essere effettiva, soprattutto per le vittime, senza un sistema di prevenzione affidato alle istituzioni statali e regionali”.