Vittoria. 28/07/2018
Vittoria il giorno dopo. Mai accaduto prima di ora, mai ipotizzato che il Comune di Vittoria potesse essere sciolto per mafia. Un passato di oltre 70 anni di amministrazioni di sinistra e di centro-sinistra, in una città molto nota e conosciuta per “l’oro verde” delle serre. Eppure adesso il Consiglio dei Ministri, in una “calda” giornata di luglio, ha decretato lo scioglimento del Comune, dopo che la commissione prefettizia che ha effettuato sei mesi di indagini, ha stilato la relazione. La commissione che si era insediata nel settembre del 2017, dopo gli arresti eclatanti che hanno riguardato l’ex sindaco, Giuseppe Nicosia e suo fratello Fabio, all’epoca consigliere comunale del PD, ha accertato che la proroga del servizio dei rifiuti, concessa dal sindaco Moscato alla società Tekra, raggiunta dall’interdittiva antimafia, era illegittima. Il primo cittadino, si difende dicendo che quella percorsa era l’unica strada percorribile in quanto si era appena insediato e non avrebbe potuto fare scelte diverse. Inoltre, Moscato sostiene che le indagini condotte dalla commissione prefettizia, presieduta del vice prefetto Concetta Caruso, hanno riguardato esclusivamente la precedente amministrazione.
Per Claudio Fava, presidente della commissione antimafia in Sicilia, lo scioglimento del Comune di Vittoria per infiltrazioni mafiose, non fa altro che confermare quanto in questi mesi, la commissione antimafia dell’Ars aveva accertato, cioè, che cospicui settori dell’economia siciliana sono in mano alle cosche anche grazie alle pervasive ingerenze nella pubblica amministrazione.
Con un comunicato stampa diffuso stamani dal movimento politico vittoriese Agorà, quest’ultima esprime rammarico per l’epilogo di questa vicenda che riguarda la città di Vittoria, addebitando la responsabilità a chi, in questi ultimi anni, ha allacciato relazioni con poteri che i governi popolari di questa città, avevano sempre tenuto emarginati. Agorà auspica un risanamento della rottura che negli ultimi 13 anni di vita amministrativa si è concretizzata.
Intanto, tra favorevoli e contrari, la disputa si fa sempre più accesa, ma il dado è tratto.