Semplificazioni fiscali: Le proposte dei Consulenti del Lavoro
Il Consiglio Nazionale dell’Ordine al Ministero dell’Economia e Finanze per un confronto sulle proposte, già presentate a luglio, per semplificare gli adempimenti a carico di professionisti e contribuenti
ROMA – Il Consiglio Nazionale dell’Ordine dei Consulenti del Lavoro al tavolo istituito presso il Ministero dell’Economia e Finanze per un confronto sulle proposte di semplificazione in materia fiscale, già presentate a luglio, in favore di professionisti e contribuenti, sui quali si riverberano gli effetti di adempimenti oggettivamente complessi e articolati e spesso contrassegnati da incertezze applicative. Nell’esercitare la loro attività di consulenza e assistenza in materia tributaria, i Consulenti del Lavoro cercano di rendere concretamente esigibili ai contribuenti imposte e tributi, quasi sempre difficili da autodeterminare con il conseguente incremento dell’attività della pubblica amministrazione per le fasi di controllo, accertamento e riscossione.
Tra le proposte di semplificazione presentate dal Consiglio Nazionale rientrano le scadenze legate alle dichiarazioni fiscali (Unico Persone Fisiche, Società di persone e Società di Capitali) e la necessità di renderle certe e sostenibili, evitando continue proroghe dei termini. La Categoria ha proposto, ad esempio, il differimento automatico della scadenza in caso di ritardo, da parte dell’Amministrazione Finanziaria, nella elaborazione dei modelli ufficiali e dei moduli di controllo Entratel necessari al calcolo e liquidazione delle imposte. Inoltre, particolare attenzione è stata rivolta anche agli adempimenti dei sostituti di imposta, soprattutto in conseguenza della Certificazione Unica che ha debuttato nel 2015, per la dichiarazione delle somme assoggettate a ritenuta d’acconto nel periodo di imposta precedente. Attualmente il termine di redazione e consegna è fissato per il 28 febbraio di ogni anno e quello di trasmissione dei dati all’Agenzia delle Entrate per il 7 marzo. La Categoria, nel suo intervento, ha evidenziato come la scadenza del 28 febbraio coincida anche con quella riguardante il conguaglio fiscale annuale. Da qui la richiesta di prevedere entro il 15 marzo di ogni anno la consegna ai sostituiti ed entro la fine di marzo la trasmissione all’Agenzia delle Entrate.
La rivisitazione delle scadenze, richiesta dalla Categoria, riguarda anche le denunce periodiche, come il c.d. “spesometro” e la “comunicazione dei beni in godimento ai soci“, finalizzati non a calcoli di imposte, ma al solo invio di notizie e informazioni all’Agenzia delle Entrate per consentire controlli fiscali più mirati (es. accertamenti sintetici). In questo caso, i Consulenti del Lavoro hanno suggerito un differimento della scadenza in linea con quella relativa alla dichiarazione dei redditi del periodo di imposta interessato dai controlli. E’ stato, inoltre, richiesto di estendere la proroga a tutti gli adempimenti nel periodo di differimento feriale, comprese le comunicazioni di irregolarità del modello Unico; di semplificare in modo incisivo le modalità di calcolo e versamento dei tributi locali e di far confluire dati e versamenti all’interno del modello Unico. Nell’ottica di deflazionare il contenzioso, invece, la Categoria ha proposto la sospensione dei termini a ricorrere, in caso di presentazione dell’istanza di autotutela, per una durata pari al periodo entro il quale l’Agenzia deve fornire una risposta secondo la disciplina generale in materia di trasparenza amministrativa. Così come di prevedere un regime speciale per la liquidazione e i versamenti delle imposte nei casi di forza maggiore, quali ad es. calamità naturali o eventi straordinari.
La riorganizzazione del sistema tributario nel suo complesso – si legge in una nota del Consiglio Nazionale – rappresenta un passaggio importante nell’ambito di un processo di semplificazione assolutamente necessario. La Categoria auspica, infatti, di poter giungere ad una ridefinizione del calendario fiscale in un’ottica di certezza, sostenibilità e semplificazione, ripristinando il carattere di proporzionalità degli adempimenti, così da restituire ai professionisti condizioni di lavoro dignitose nell’assolvimento delle loro funzioni.