Seoul premia la mano robotica capace di versarsi una tazza di caffè
La “Pisa-IIT Softhand PLUS” è stata sviluppata nei laboratori dell’Università di Pisa e dell’Istituto Italiano di Tecnologia di Genova
HUMANOIDS, la più importante conferenza internazionale nell’ambito della robotica umanoide che si è svolta in Corea del Sud la scorsa settimana, premia per la seconda volta la mano robotica sviluppata nei laboratori dell’Università di Pisa e dell’Istituto Italiano di Tecnologia di Genova. La “Pisa-IIT Softhand PLUS” è l’evoluzione della Pisa-IIT Softhand, che era in grado di afferrare la maggior parte degli oggetti di uso comune usando un solo motore. La mano era stata premiata nel 2012 alla medesima conferenza, per l’assoluta innovatività dell’approccio allo studio delle mani robotiche.
La nuova mano di motori ne ha due, ed è in grado non solo di afferrare, ma anche di manipolare gli oggetti in modo più abile rispetto alla sua prima versione. La Softhand PLUS può, solo col movimento delle dita, eseguire delle piccole azioni molto utili nella vita quotidiana, come versare il caffè in una tazzina, o prendere una banconota o una carta di credito tra la punta delle dita. Piccoli gesti fatti con una destrezza paragonabile a quella di un bimbo di pochi anni, e maggiore della prima SoftHand, che invece aveva una presa simile a quella di un neonato. Nuovi movimenti e prese che conferiscono alla mano una naturalezza ancora superiore.
La ricerca è stata condotta dal gruppo del professor Antonio Bicchi, ordinario di Robotica all’Università di Pisa e Senior Scientist all’Istituto Italiano di Tecnologia di Genova: “Con la Pisa-IIT Softhand PLUS facciamo un altro passo avanti verso la riproduzione di movimenti naturali della mano umana con una struttura artificiale il più semplice e robusta possibile, e quindi adatta a essere usata come protesi, oltre che come mano di un robot. Esperienze come questa sono i frutti tangibili della collaborazione tra una università e un istituto di ricerca di alta qualità, che insieme possono valorizzare al massimo sia ricerca che formazione. Fondamentale per questo studio all’avanguardia – prosegue Bicchi – Determinante è stato infatti il contributo di giovani studenti, come Cosimo Della Santina, che hanno preso parte a questo progetto durante il proprio corso di studi in Ingegneria Robotica a Pisa”.
È stato proprio Cosimo Della Santina, ora dottorando all’Università di Pisa, a salire sul palco di Seoul per ricevere il premio: “Il riconoscimento della comunità scientifica – racconta – è di grande incentivo per proseguire con il mio lavoro nella ricerca e nello studio di mani robotiche in grado di compiere movimenti sempre più simili a quelli delle mani umane”.
Per la ricerca sulle mani robotiche il professor Bicchi ha ricevuto dalla commissione europea un ERC Advanced Grant con il progetto “Softhand”, mentre di recente l’Europa ha finanziato i progetti SOMA (Soft Manipulation) e SoftPro (Soft Prosthetics) per l’applicazione delle mani robotiche nell’industria e nella prostetica rispettivamente.
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