Sicilia. Il neo assessore alla sanità, Ruggero Razza, convoca tavolo tecnico per destino guardie mediche e dimentica il Codacons
CODACONS: «NOI DA SEMPRE IN PRIMA LINEA A TUTELA DEI CITTADINI»
Il neo assessore alla Sanità siciliana Ruggero Razza per rispondere al problema della sicurezza nelle guardie mediche propone un “Tavolo Tecnico” con la partecipazione di Asp, Ordine dei medici, Prefetto e Forze dell’ordine, ma ignora quelli che certamente sono gli attori principali, nonché destinatari unici, del servizio sanitario: i cittadini. Dimenticando, quindi, di invitare il Codacons da sempre impegnato in prima linea e proponendo varie soluzioni a favore della sicurezza di medici, personale paramedico e cittadini.
Dal neo assessore alla Sanità siciliana Ruggero Razza, giovane avvocato under40, ci aspettiamo interventi tempestivi e non più a politici da Prima Repubblica che utilizzano il vecchio linguaggio “politichese” pieno di tatticismi e attenzione degli equilibri, e che da sempre hanno rinviato nei fatti a data da destinarsi qualunque decisione sul fronte della sicurezza . Ricordiamo altresì -afferma l’avv. Giovanni Petrone Presidente Regionale CODACONS- che proprio sul fronte della sicurezza delle guardie mediche abbiamo già presentato un esposto alla Procura della Repubblica di Catania nel quale è stato chiesto di accertare le responsabilità di quei soggetti, enti pubblici e istituzioni, che hanno il dovere di garantire la sicurezza dei lavoratori.
“È indubbiamente una situazione insostenibile ed inaccettabile che nonostante esista una normativa corposa in tema di sicurezza sul lavoro, non viene evidentemente messa in atto – scriveva il Codacons nell’esposto – La predisposizione di strumenti necessari per “osservare” quanto accade all’interno delle guardie mediche appare indispensabile non essendo sufficiente l’impianto e l’utilizzo di telecamere a circuito chiuso ma essendo necessarie telecamere che siano collegate all’esterno e che rendano possibile un pronto intervento delle Forze dell’Ordine costantemente collegate. La vita privata dei dipendenti delle guardie mediche risente di questa situazione di pericolo, in base ai racconti di molti medici interessati, essendo spesso costretti i familiari degli stessi operatori ad organizzarsi per fare compagnia nelle ore di lavoro ai propri parenti la cui l’incolumità viene costantemente sottoposta a pericolo”.
Il Codacons ha dunque chiesto alla Procura di “accertare le responsabilità dei soggetti che hanno il dovere di predisporre idonee misure di sicurezza e garantire ai lavoratori delle guardie mediche un’attività lavorativa serena e scevra da rischi per la propria salute ed incolumità fisica e psicologica”.