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Soprintendenze fuori causa si rischia l’aggressione al territorio

Ragusa, 10/10/2018
Spesso a salvare il territorio, l’ambiente, il paesaggio, anche il patrimonio storico-artistico dall’aggressione privata del cemento o di un impianto di impatto negativo è il no delle Soprintendenze. Che esistono per questo.
Ma in Sicilia la musica potrebbe cambiare. Un disegno di legge approvato dalla giunta Musumeci, con la finalità di recepire la legge Madia e riformare la burocrazia regionale, in effetti va oltre.
E affida alla giunta l’ultima parola, qualora dopo il no di uno degli organismi coinvolti nel procedimento, come appunto le Soprintendenze, il privato intenda rivolgersi appunto al governo regionale.
Che è un organo esclusivamente politico, alimentato dal consenso di cui in ogni territorio partiti, movimenti, deputati vari hanno bisogno.
Quindi interesse privato, consenso che esso alimenta, distruzione del bene pubblico.
La partita ovviamente non è chiusa perché il disegno di legge deve andare ancora in commissione e poi in aula dove, come è noto, la giunta Musumeci, non dispone di una maggioranza certa.
Opposizioni, e soprattutto le associazioni ambientaliste, sono sul piede di guerra.
Sarebbe una svendita colossale dell’unica ricchezza di cui la Sicilia dispone, il suo patrimonio culturale, e ambientale.
E c’è chi richiama alla memoria quella norma, che di fatto aboliva le Soprintendenze, inserita nell’ultima finanziaria e poi rimossa: un errore “spiegò Musumeci”.

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