“Spara ai fascisti”: Il commento dello storico Domenico Anfora
Verso le 16.00, raggiunse il pianoro vicino alla stazione ferroviaria. Ivi rinvenne subito i cadaveri dello zio Giuseppe fucilato e quello di Valerio atterrato da un colpo di baionetta che dall’orecchio sinistro si portava fino al collo. Poco distante una pila di camicie nere in un fossato, disposte una sopra l’altra, che già iniziavano a puzzare sotto il sole torrido di luglio.
Il 10 luglio 1943 iniziavano i tempi duri per i fascisti. Era il giorno dell’invasione, il giorno in cui gli Alleati rimettevano i piedi in Europa dopo le sconfitte del 1940. La resa dei conti era arrivata, e cominciava da una cittadina del sud della Sicilia dal nome beneaugurante: Vittoria.
Stefano Pepi ci racconta questa storia, l’assalto e la presa di Vittoria, utilizzando fonti sia italiane sia americane, tra cui alcuni preziosi documenti inediti dell’Archivio di Stato di Ragusa e dell’Ufficio Storico dello Stato Maggiore Esercito.
Fu il cittadino di Vittoria Rosario Migliorisi a notare quella pila di camice nere in una fossa comune scavata alla periferia della città. Iniziata l’invasione della Sicilia, fu intrapresa una caccia al fascista che nelle sue fasi più cruente sfociava in omicidi e stragi, ma che nell’isola si realizzò soprattutto con la deportazione in campi di concentramento.
I siciliani, esasperati dai bombardamenti anglo-americani, dai lutti di tre anni di guerra, da una fame sempre di dura, dai pidocchi, dalle malattie, da una vita che assomigliava sempre di più a quella dei topi, si staccarono decisamente dal partito fascista e nell’estate del 1943 accolsero gli invasori come liberatori, portatori di quella pace desiderata da anni e di un’esistenza più umana e dignitosa.
Nel frattempo, i soldati italiani, sostenuti dalle truppe tedesche stanziate nell’isola, continuavano a combattere e a morire, in nome di un’Italia che si stava dissolvendo, con le sue autorità, le sue istituzioni, il suo governo.
Quei tragici giorni di guerra, con obiettivo ristretto a Vittoria e dintorni, sono analizzati e narrati da Pepi nel suo ultimo saggio “Spara ai Fascisti”. Per la prima volta un libro dedicato all’assalto americano a Vittoria.
Domenico Anfora