Lo Svimez stima per il 2014 un Pil nazionale in calo dello 0,4%. Una previsione più pessimista di quanto stabilito dal Def (-0,3%). Il dato – spiegano dallo Svimez che oggi presenta il Rapporto sull’economia del Mezzogiorno 2014 – è il risultato di un Centro-Nord con crescita stabile (0%) e un Sud a -1,5%. Se queste stime saranno confermate, il 2014 sarebbe il settimo anno di recessione del Sud, recessione che – secondo Svimez – dovrebbe confermarsi anche nel 2015 con un Pil meridionale in calo dello 0,7%.
Secondo le valutazioni Svimez nel 2013 il Pil è crollato nel Mezzogiorno del 3,5%, peggiorando la flessione dell’anno precedente (-3,2%), con un calo superiore di quasi due punti percentuali rispetto al Centro-Nord (-1,4%). Il peggior andamento del Pil meridionale nel 2013 è dovuto soprattutto a una più sfavorevole dinamica della domanda interna con i consumi in calo del 2,4% e gli investimenti crollati del 5,2%. Da segnalare l’ulteriore perdita di posti di lavoro scesi sempre nel Mezzogiorno del 3,8%. In un panorama fortemente negativo, le esportazioni l’anno scorso hanno segnato -0,6% al Sud. Tra il 2008 e il 2013 i redditi al Sud sono crollati del 15% e i posti di lavoro sono diminuiti di circa 800mila persone.
Negativo anche il bilancio di natalità e mortalità: nel 2013 al Sud i decessi hanno superato le nascite. Un fenomeno così grave si era verificato solo nel 1867 e nel 1918 cioè alla fine di due guerre, la terza guerra d’Indipendenza e la prima Guerra Mondiale. Lo rileva lo Svimez sottolineando che il numero dei nati al Sud ha toccato il suo minimo storico ovvero 177mila, il numero più basso dal 1861. Secondo il rapporto Svimez, il Sud sarà interessato nei prossimi anni “da uno stravolgimento demografico, uno tsunami dalle conseguenze imprevedibili”. Secondo le stime dell’Istituto nei prossimi 50 anni il Mezzogiorno è destinato a perdere 4,2 milioni di abitanti.
Mentre il centro-nord risale timidamente, il Sud e’ ancora in recessione. E’ quanto emerge dal Rapporto Svimez sull’economia del Mezzogiorno. Secondo le stime Svimez aggiornate a settembre 2014, nel 2013 il Pil italiano dovrebbe calare dell’1,9%, quale risultato del -1,4% del Centro-Nord e del -3,5% del Sud. A causare la contrazione dell’attivita’ produttiva il calo dei consumi (stimato in -2% al Centro-Nord, che diventa -2,4% al Sud) e il crollo degli investimenti, -5,2%, a fronte di un calo nazionale del -4,6% al Centro-Nord.
“Da segnalare, a testimonianza della gravita’ della crisi – sottolinea il Rapporto – l’ulteriore perdita di posti di lavoro, nel 2013 -3,8% al Sud, -1,2% al Centro-Nord. In un panorama fortemente negativo, le esportazioni l’anno corso hanno segnato -0,6% al Sud e +0,4% al Centro-Nord. Se confermate, queste previsioni portano a otto gli anni consecutivi nei quali il Pil meridionale e’ stato negativo, con un crollo dei redditi al Sud del 15% tra il 2008 e il 2013 e una perdita di posti di lavoro dal 2008 al 2015 di circa 800mila persone”. Nel 2014 secondo stime SVIMEZ il Pil nazionale e’ previsto a -0,4%, quale risultato tra la stazionarieta’ del Centro-Nord (0%) e la flessione del Sud (-1,5%). Per il 2014 i consumi si prevedono ancora negativi al Sud (-0,6%) e in debole risalita al Centro-Nord (+0,1%). Continuano a flettere gli investimenti, sempre molto di piu’ al Sud che al Centro-Nord (rispettivamente -4,2% a fronte di -1,5%)”.
Claudio Albonetti, Presidente di Assoturismo Confesercenti, ha così commentato il rapporto Svimez: “Pil negativo nel 2014 e nel 2015, mortalità che supera la natalità, desertificazione economica, stanno devastando le regioni del sud che sembra sparito, e non da oggi, dalla agenda politica e di Governo. Non siamo più neppure davanti alla solita rappresentazione di due Italie sempre più lontane per il semplice fatto che, secondo lo Svimez, il Sud sta sparendo, con uno spopolamento nei prossimi decenni di oltre quattro milioni di abitanti”.
“Purtroppo – continua Albonetti – la recessione fa il resto: non c’è solo l’assenza di una presenza industriale ma anche il resto del tessuto economico si dibatte in enormi difficoltà: solo nei primi otto mesi dell’anno le imprese sparite nel commercio hanno determinato un saldo negativo di 7.827 unità e nel turismo di 2.417. Occorre reagire con una nuova strategia che dia priorità immediata ad interventi sul turismo attorno al quale nelle regioni meridionali si può realizzare lavoro e crescita frenando quel terribile declino”.
“Domani Assoturismo – conclude il Presidente Albonetti – sarà a Napoli per ribadire che è ora di finirla di penalizzare il turismo in Italia quando invece dovrebbe essere una delle leve del ritorno alla crescita. Proprio mentre il Ministro Franceschini si prepara ad incontrare i Ministri europei nella città partenopea illustreremo proposte precise e che possono riportare l’Italia fra i maggiori mercati turistici nel mondo, dando risposte importanti anche alla profonda crisi del Sud”.