22 Novembre 2024

ITALREPORT

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Taglia taglia, alla fine a pagarne le spese sono sempre la sanità e…i cittadini

Tagli alla sanità, a Ragusa la parola d’ordine è risparmio. E così risparmio diventa sinonimo di chiusura. Sì, perché per far quadrare i conti la scelta più facile pare sia proprio quella di chiudere i reparti anziché potenziarli.

Caso emblematico, di questi giorni, la paventata soppressione, a Ragusa, dell’unità operativa di Malattie Infettive. Anche se, ad onor del vero, la terminologia più corretta è “accorpamento”.

Ma perché questo accorpamento? Alla base di tutto la riduzione degli incarichi di Primario.
Nell’ottica del risparmio, infatti, pare che l’U.O. Malattie Infettive di Ragusa, dotata di 16 posti letto, dovrebbe essere accorpata a quella di Modica, dotata invece di 12 posti letto. Sede dell’unità operativa dovrebbe essere proprio quest’ultima.

Una scelta che è apparsa sin da subito impopolare e ha registrato l’intervento immediato del presidente di Federsanità –Anci Sicilia, Giovanni Iacono, che ha definito ” irrazionale scomporre ciò che funziona”.

Malattie Infettive a Ragusa è, infatti, una consolidata realtà che negli anni si è sempre più distinta per l’elevata qualità dei servizi offerti. A sostegno non solo i dati alla mano ma anche e soprattutto le esternazioni dei tanti utenti che vi hanno trovato un vero e proprio punto di riferimento e un valido sostegno multidisciplinare.

Oggi l’unità operativa accoglie un notevole bacino d’utenza, se si tiene in considerazione il fatto che per gli abitanti del vasto versante Ipparino e province limitrofe è la sede più facilmente raggiungibile. Lo spostamento a Modica comporterebbe con molta probabilità un disagio non indifferente.

Per comprendere meglio tale disagio abbiamo raccolto le testimonianze di alcuni utenti. In particolare ci ha colpito la storia di Antonio. Una storia in cui tanti, purtroppo, si potrebbero rispecchiare.

“Qualche mese fa – ci racconta – ho accompagnato d’urgenza mio padre, da tempo affetto da una grave forma di neoplasia, al pronto soccorso dell’Ospedale Civile di Ragusa. Dopo diverse consulenze si stabilì la necessità di sottoporlo a paracentesi. Senza entrare nel dettaglio e nel merito degli eventi successivi che hanno scosso mio padre, già gravato dalla malattia, oggi devo ringraziare il dott. Francesco Gebbia e il personale del reparto di Malattie Infettive di Ragusa per la loro disponibilità immediata ad intervenire. Mio padre da allora è seguito costantemente e per noi familiari avere un punto di riferimento qui a Ragusa è davvero importante. Quando ci si prende cura di un familiare che, tra l’altro, ha anche problemi nella deambulazione, percorrere un metro in più diventa molto difficoltoso. Immaginate se dovessi portare mio padre a Modica. Per lui sarebbe uno sforzo non indifferente che, e parlo per esperienza già vissuta, influirebbe negativamente anche sul suo ormai fragile stato psicologico”.

Malattie Infettive, infatti, svolge anche attività di collaborazione con le altre unità operative dell’Ospedale Civile di Ragusa e dell’Ospedale Maria Paternò Arezzo di Ibla.

“Purtroppo – afferma il dott. Francesco Gebbia – le emergenze legate alle malattie infettive non hanno un termine. E di questo ne siamo consapevoli tutti. La nostra unità operativa svolge un ruolo fondamentale sul territorio. Oltre infatti ad operare in regime di rigore ambulatoriale e DH, operiamo in collaborazione con la Prefettura, Questura, centri di accoglienza e associazioni di volontariato fornendo assistenza agli immigrati, nonché espletiamo attività di consulenza e collaborazione con le altre unità operative. Negli anni, Ragusa è inoltre diventata una valida realtà sanitaria anche per gli utenti provenienti da Gela e da altri comuni della provincia nissena”.

Ed aggiunge: ”A proposito dell’assistenza agli immigrati mi preme evidenziare, oggi più che mai, la necessità di formare, soprattutto a scopo preventivo, il personale che ha contatto diretto con queste persone. A conferma dell’importante ruolo dell’infettivologo anche nel campo della formazione professionale”.

Gebbia non entra nel merito delle scelte riorganizzative della struttura ospedaliera ma sottolinea come Malattie Infettive a Ragusa sia un’unità operativa che svolge un ruolo importante alla stregua di molte altre.

Gli chiediamo allora se anziché accorpare fisicamente le due unità operative non si potrebbe pensare di affidare la direzione ad un unico primario e mantenere l’attuale aspetto logistico.

“E’ una soluzione già sperimentata in altre strutture ospedaliere – ci dice Gebbia – e con risultati positivi. Ma qualsiasi  decisione finale venga presa credo che l’importante sia agire nell’esclusivo interesse dei cittadini che meritano servizi sanitari di qualità. Ogni giorno mi confronto con situazioni difficili da affrontare e gestire, come medico mi sento in dovere, prima di tutto, di prendermi cura del mio paziente e fare in modo di rendere quanto più possibile agevole l’iter ospedaliero sia sotto il profilo diagnostico che interventistico. Aiutare i mie pazienti a mantenere una buona qualità della vita durante il percorso che dovranno affrontare è una delle mie priorità”.

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