ROMA – Nella giornata di ieri si è tenuto un incontro informativo con R.F.I. S.p.A. nel quale è stato comunicato che dal prossimo 13 giugno il servizio di traghettamento con il treno dello Stretto di Messina verrà limitato alle sole ore notturne.
“Ci è stato riferito che il taglio, raccomandato dal Ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti, si rende necessario per via della mancanza – rileva il sindacato OR.S.A. – di fondi da destinare al servizio di traghettamento passeggeri veloce; dunque i fondi mancanti verrebbero prelevati dai finanziamenti conferiti per il servizio di traghettamento con il treno.
La rimodulazione – continua il sindacato – del servizio prevede la discesa del viaggiatore nelle stazioni di Villa S. Giovanni o Messina. Al viaggiatore per traghettare verrebbe offerto il servizio con le navi della Società Bluferries, dopodiché il viaggiatore riprenderebbe il viaggio con il treno, una volta raggiunta la Stazione FS. Di fatto si tratta di un inaccettabile peggioramento delle condizioni di viaggio dell’utente.
Il taglio riguarda 4 treni IC diurni e 2 IC notturni e comporterebbe, nei piani di Rfi, il distacco di 40 persone dal settore Navigazione di Rfi verso la stessa Bluferries per garantire il servizio di traghettamento.
La nostra delegazione dinanzi a tale ipotesi ha evidenziato che il Sindacato non può essere coinvolto solamente per ratificare la quasi totale rinuncia ad un servizio pubblico.
Oltretutto nella Legge di Stabilità 2015 non vi è alcuna previsione di riduzione del servizio di continuità territoriale da e per la Sicilia con il treno. Abbiamo evidenziato che l’alternativa ipotizzata, ovvero quella del traghettamento a piedi sulle navi Bluferries, è una tipologia di trasporto già coperta da finanziamento pubblico e che quindi non si aggiungerebbe nulla di pubblica utilità, bensì si sopprimerebbe lo storico e necessario servizio di traghettamento ferroviario.
In questo quadro di incertezza e di evidente responsabilità politica, l’OR.S.A. non è disponibile ad alcun confronto circa le ricadute sul personale interessato.
La Politica nazionale e regionale deve assumersi la responsabilità di comunicare ai cittadini l’ennesimo taglio di servizio pubblico e spiegare anche le peripezie che il viaggiatore dovrà sobbarcarsi per traghettare lo Stretto.
Preoccupa la situazione occupazionale. Le situazioni più a rischio appaiono quelle dei lavoratori temporanei. Stimiamo che il taglio del servizio comporterà la perdita di oltre 500 posizioni lavorative nell’indotto dello Stretto.
L’OR.S.A. Ferrovie è impegnata a promuovere ogni tipo di azione a difesa del servizio di traghettamento con il treno sullo Stretto di Messina. Alla stessa maniera difendiamo i posti di lavoro e contrastiamo le ricadute sociali che colpiranno le fasce più deboli della popolazione“.
Con un comunicato del 3 febbraio 2015 FS ha risposto al grido di protesta dei siciliani per la fine della continuità territoriale. “In buona sostanza – rileva il sindacato OR.S.A. – l’azienda a totale sovvenzione pubblica ha confermato, addolcendo la pillola, quanto comunicato alle rappresentanze sindacali nell’incontro nazionale del 2 febbraio“.
Nel comunicato di FS si afferma che:
“…le ferrovie non abbandonano lo Stretto di Messina, anzi potenziano…” la dichiarazione stride – afferma il sindacato OR.S.A. – con i contenuti dell’informativa resa ai sindacati, nessun potenziamento è possibile in assenza di investimenti e lo stesso rappresentante di ferrovie il 2 febbraio ha riferito che il taglio al servizio essenziale, raccomandato dal Ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti, si rende necessario per via della mancanza di fondi da destinare al servizio di traghettamento passeggeri veloce; dunque i fondi mancanti verrebbero prelevati dai finanziamenti conferiti per il servizio di traghettamento con il treno.
“…nessun posto a rischio fra il personale impegnato nelle attività di navigazione: i 62 dipendenti saranno ricollocati in RFI nelle attività di terra e di bordo…” non si fa cenno – afferma il sindacato OR.S.A. – ai circa 70 marittimi precari che non imbarcheranno più nella flotta pubblica, agli esuberi non ricollocabili dell’indotto e agli esuberi ferroviari nelle attività correlate al servizio universale: manovra, manutenzione e personale mobile.
“…con i mezzi veloci, che garantiscono maggiore frequenza e standard qualitativi più elevati, è pienamente soddisfatta la mobilità nell’ambito dello Stretto di Messina…” ma il servizio di traghettamento veloce – afferma il sindacato OR.S.A. – esisteva già, non si tratta di nuovi investimenti né di potenziamento del servizio, tutt’altro. Con i proclami si cerca di occultare il taglio alle sovvenzioni per la lunga percorrenza che resta l’unico servizio possibile a garanzia del diritto costituzionale alla continuità territoriale. Dal 13 giugno 2015 il trasporto ferroviario da e per la Sicilia subirà una riduzione senza precedenti e si cercherà di tappare i buchi facendo traghettare i viaggiatori, a piedi, con i mezzi veloci già presenti nello Stretto dal 2008 grazie alle lotte dei marittimi precari e alle sovvenzioni Statali che l’attuale Ministero dei Trasporti, nei fatti, non ha confermato e intende recuperarle comprimendo all’inverosimile il diritto alla continuità territoriale con i treni a lunga percorrenza.
Il comunicato di ferrovie – conclude il sindacato OR.S.A. – è una toppa peggiore del buco che aggiunge rabbia alla delusione, non siamo disposti a subire l’ennesimo scippo che calpesta la dignità del meridione e comprime i livelli occupazionali, rivendichiamo investimenti per un concreto potenziamento del servizio universale: treni nuovi, navi capaci di traghettare l’alta velocità, investimenti per ottimizzare e velocizzare le operazioni di imbarco e sbarco. Quando i servizi essenziali non funzionano bene si migliorano, non si cancellano!!!