Terzo Settore: La riforma è legge. Poletti: “Social act fa un passo in avanti”. Sottosegretario Bobba: “Un’altra sfida vinta”
Roma, 26 maggio 2016 – “Il social act fa un altro importante passo in avanti: con la riforma del Terzo Settore, che realizza un impegno assunto dal governo, si costruisce un tassello essenziale delle nuove politiche sociali del nostro paese”. Ad affermarlo è Giuliano Poletti, Ministro del lavoro e delle politiche sociali, commentando l’approvazione definitiva, alla Camera, della legge delega di riforma del Terzo Settore.
“Con la riforma -sottolinea Poletti- si definiscono misure per favorire la partecipazione attiva e responsabile delle persone, con importanti elementi di novità per tutto il mondo dell’associazionismo, compresa l’impresa sociale; senza dimenticare l’introduzione del Servizio civile universale, cioè aperto a tutti e su base volontaria, per offrire ai giovani tra i 18 ed i 28 anni l’opportunità di realizzare esperienze di solidarietà, inclusione sociale, cittadinanza attiva il cui valore formativo possa essere riconosciuto in ambito universitario e nel lavoro”.
“Con questo intervento -aggiunge il Ministro- si dà un importante sostegno alla costruzione di un buon futuro dell’Italia fondato su una società inclusiva, capace di coinvolgere a pieno le energie e le potenzialità di cui il nostro paese dispone in uno spirito di solidarietà e sussidiarietà, di far agire insieme le istituzioni e le organizzazioni sociali per aiutare le persone più svantaggiate ad uscire dalla loro condizione di emarginazione e di difficoltà”.
“È questa l’essenza -conclude Poletti- di quello che definisco il ‘social act’, ovvero un complesso di azioni che il governo sta promuovendo che parte dalla riforma del Terzo Settore e passa per il Piano nazionale e la legge delega per la lotta contro la povertà e per l’inclusione sociale, per la legge ‘dopo di noi’ e per tutte quelle politiche attive finalizzate a promuovere opportunità per le fasce più deboli della popolazione”.
“La riforma del terzo settore è un’altra sfida vinta. Un percorso ad ostacoli durato circa due anni e fatto di dialogo, audizioni, coinvolgimento, integrazioni, ma che credo raccolga le istanze che in questi anni le associazioni, le cooperative, le imprese sociali, gli enti e i giovani ci hanno trasmesso”. Lo dichiara l’On. Luigi Bobba, Sottosegretario al Ministero del Lavoro e delle politiche sociali, a conclusione dei lavori d’Aula che hanno visto la riforma concludere l’iter legislativo.
“È stato un viaggio per lo stivale che coinvolge 300 mila organizzazioni non profit, per un valore di 63 miliardi di euro nel solo 2011, ma anche 6,63 milioni di italiani, vero motore del terzo settore. Uno sforzo – continua l’On. Bobba – che ha colto tutte, le tante criticità che hanno impedito al Terzo Settore di essere il volano sociale, ma anche economico, del nostro Paese, perché spesso ingessato in un abito stretto e burocratico. Una “carta d’identità” che aiuta a configurare e tracciare il perimetro del Terzo settore, che comporterà anche un Registro Unico Nazionale, suddiviso in specifiche sezioni. Uno strumento il più possibile trasparente, accessibile e continuamente aggiornato”.
“Le novità -aggiunge Bobba- sono davvero tante, penso alla riforma dei Centri di Servizio per il Volontariato, oppure all’ introduzione di misure agevolative volte a favorire gli investimenti delle imprese e delle cooperative sociali, all’ istituzione del Servizio Civile Universale, alla revisione dei criteri di accesso all’istituto del 5 per mille, alla nascita della Fondazione Italia Sociale. La decisione del Governo di investire in questo ambito è tangibile, anche in termini economici, se si pensa non solo agli stanziamenti nella Legge di Stabilità, (140 milioni nel 2016, 190 per il 2017 e il 2018), ma anche al Fondo per sostenere i progetti delle associazioni delle organizzazioni di volontariato”.
“Con questa riforma, e con i successivi decreti legislativi -conclude il Sottosegretario- si dà piena attuazione a quanto previsto dall’ articolo 118 della Carta Costituzionale, ovvero l’impegno programmatico delle istituzioni della Repubblica nel favorire “l’autonoma iniziativa dei cittadini per lo svolgimento di attività di interesse generale”.