Giovanni Lunetta
Italia in recessione;
deflazione e disoccupazione, è allarme;
situazione drammatica, serve un progetto per il Paese;
in Italia situazione confusa e drammatica;
la disoccupazione, dato sconvolgente;
la produzione in ribasso;
le famiglie sempre più povere;
Cinquanta miliardi di € di rate saltate e bollette non pagate;
crisi, 8 famiglie su dieci in difficoltà;
chiudono le imprese: 3600 fallimenti, (primo trimestre 2014),
nel primo trimestre del 2014 sono il 22% in più le imprese ad aver chiuso i battenti…
Questo il tenore giornaliero delle notizie su stampa e televisioni e se aggiungiamo i dati e le analisi di Banca Italia, BCE, Corte dei Conti e vari organismi e ancora, i disastri naturali, distruzioni e vittime generate da voraci piovre umane, lo scenario è da calamità sociale.
Eh, già!
La politica del fare, che fa?
Twitta, si imbelletta, sloganizza ogni aspetto, continua a lottizzare, spartisce, condona, (i 98 miliardi di €, mostruosità che dovrebbe bastare, da sola, a fare esplodere la guerra civile), batte il cinque, cena in austero “raccoglimento” e nei momenti più pesanti sposta il dibattito politico, con grande mestiere, sulla legge elettorale, (da schifo), sulla riforma del Senato, (che meraviglia!), su l’abolizione delle provincie, (autentico capolavoro),sul totoquirinale, su Nazareno con o senza Gabriele, (Gabrielli).
Ehi, Mat! Tu vuò fa’ l’americano? OK ma allora è d’obbligo dirla tutta e correttamente.
JOBS Act, scimmiottando gli USA perché noi siamo sempre stati attratti dai grandi e puntiamo dritti a spettacolarizzare.
Jobs Act per Obama, per noi, piccoli italiani, JOBS Act in maiuscolo.
Ma il concetto centrale della resa italiana è l’opposto rispetto all’originale americano.
Obama, poneva l’accento sul rapporto di lavoro, noi sulla modalità di licenziamento, rimettendo ogni decisione nelle mani del datore di lavoro.
Per me è: The Italian Job, colpo all’italiana o Pacco Doppiopacco e Contropaccotto.