Siracusa, 16 novembre 2014 – Fabio Granata (Green Italia) torna sul tema delle trivellazioni con una nota molto articolata che qui di seguito riportiamo integralmente. I “permessi di ricerca” e “coltivazioni idrocarburi” nel Canale di Sicilia costituiscono una spaventosa e prospettiva per il loro impatto devastante sull’ecosistema, sull’economia della pesca e , non certo ultima, su quella del turismo. A mero titolo di esempio, la superficie impegnata – e quindi interdetta alla pesca – dell’ultima richiesta presentata al Ministero dell’Ambiente è di ben 2190 kmq di area marina ubicata tra Scoglitti e Portopalo. Preliminarmente alla “coltivazione” ( termine improprio! Il petrolio non si coltiva, si estrae! Si coltivano le piante che danno cibo, non il petrolio!), bisogna procedere alla “ricerca” degli idrorcarburi, tramite gli air gun che provocano uno stress non indifferente alla popolazione animale marina, vertebrata ed invertebrata. Gli air gun sono “bombe d’aria” che emettono vibrazioni a bassissima frequenza, non udibili dall’uomo, ma invece dannose e pericolose per gli animali. EFFETTI NEFASTI DELL’AIR GUN. E’ noto che l’esposizione al rumore di origine antropica produce sugli organismi acquatici un’ampia gamma di effetti nocivi, che vanno dal semplice disturbo a danni fisici permanenti degli organi uditivi, ma anche di quelli riproduttivi, portando fino al decesso del soggetto colpito( vedi rapporto tecnico ISPRA “ Valutazione e mitigazione dell’impatto acustico dovuto alle prospezioni geofisiche, maggio 2012). In ogni caso la fauna marina si comporta esattamente come gli umani, cioè fugge dalla sorgente di disturbo causata dall’impatto violentissimo delle “bombe d’aria, quali sono in realtà gli airgun. Altri effetti sono l’interruzione dell’attività di alimentazione dei piccoli, la diminuzione di deposizione delle uova, la moria delle larve, ecc. Il Canale di Sicilia ospita una notevole varietà di tali specie: zifio, globicefalo, grampo, steno, stenella, tursiope, delfino comune. La risoluzione 4.15 dell’ Agreement of conservation of the Black and Mediterraean Sea and Contiguus atlatic (ACCOBAMS) in tema di aree marine protette importanti per la conservazione dei cetaceiconsidera lo Stretto di Sicilia un’area di speciale importanza per la biodiversità e la presenza di numerose specie. Non a caso, infatti , nello studio tecnico già citato, redatto dall’ISPRA, si afferma che “Gli airgun e l’esplorazione geosismica sono considerati la dinamite del nuovo millennio. Ogni 9- 12 secondi un’esplosione è trasmessa in mare, ininterrottamente, per intervalli di tempo anche piuttosto lunghi (mesi). I livelli di immissione sonora superano 260 dB re 1 μPa @ 1 m 1e sono di solito a frequenze basse e bassissime”. Le trivellazioni, al contrario di quanto asserito dal signor presidente della regione, hanno una pericolosità devastante per i seguenti motivi: 1) PERICOLOSITA’ SISMICA. Tutto il Canale di Sicilia presenta medesime caratteristiche dovute alla frattura delle placche africana ed euroasiatica, Plateau ibleo), “nodi sismogenetici”, cioè aree capaci di generare terremoti con magnitudo superiore a 6, e non ultimo fenomeni di vulcanismo sottomarino. 2) EFFETTI NEFASTI SULLA PESCA. Lo Stretto di Sicilia è noto per l’elevata produttività delle risorse da pesca. La flotta siciliana è la più importante in Italia, con un numero di battelli superiore a 3.200 unità Al secondo posto, a distanza, si colloca la Puglia che possiede il 12,5% dei battelli attivi in Italia (Rapporto annuale della pesca e dell’acquacoltura in Sicilia – Regione Siciliana anno 2009) . I fondali del Canale sono caratterizzati da formazioni vulcaniche, canyon sottomarini e bassifondi rocciosi unici, conosciuti come “banchi” particolarmente ricchi di pesce. Queste strutture, oltre a essere un vero e proprio hotspot di biodiversità, rappresentano indirettamente delle aree chiave per la pesca soprattutto per quanto riguarda i fondali fangosi o mobili. Studi scientifici hanno identificato proprio le aree del “banco Avventura” (a sud delle coste occidentali siciliane) e del “Banco di Malta” (a sud delle coste orientali siciliane) come zone a più alta biodiversità del Canale proprio per il tipo di fondale (G.Garofolo et al, 2007) e perché sono aree di deposizione di uova (spawning) e di accrescimento di giovanili (nursery) di gambero “rosa” o “bianco” (Parapenaeus longirostris) , Nasello (o merluzzo del mediterraneo, Merlucciusmerluccius), “triglia di fango” (Mullusbarbatus). E’ EVIDENTE CHE LA SOLA INTERDIZIONE DELLE AREE DI PESCA, provocherebbe un danno irreparabile per l’economia dei piccoli e medi pescherecci che sono migliaia. 3) SVERSAMENTI E INCIDENTI IN MARE. Tra tutte le negatività, rischi ed effetti dannosi, quest’ultimo è senza dubbio il più devastante, come dichiara Franco Andaloro dell’ISPRA, nel recente “Rapporto sulla pesca ed acquacoltura in Sicilia anno 2013: “ “…..gli sversamenti e gli incidenti in mare e le piattaforme estrattive costituiscono un serio danno sia per il depauperamento delle risorse pescabili che per l’immagine del prodotto concorrendo a determinare la profonda crisi del settore”. Il probabile rischio di sversamento da solo costituisce un evento catastrofico di dimensioni immani e apocalittiche in quanto il Mediterraneo, a differenza del golfo del Messico o del Mare del Nord, è un mare chiuso, che garantisce il proprio ricambio solo attraverso lo stretto d i Gibilterra, e i la lingua del Mar Rosso. L’inquinamento e la morte che ne deriverebbe sarebbero peggio di una guerra mondiale per l’economia e no son solo per l’ambiente, e non c’è bisogno di illustrare i danni potenziali che una simile eventualità disgraziata possa causare. 4) INQUINAMENTO AMBIENTALE DA FANGHI DI PERFORAZIONE. I fanghi di perforazione, vengono additivati con sostanze chimiche corrosive e nocive, sia per l’uomo che ovviamente per gli animali. A mero titolo di esempio:- La sostanza denominata “Avacid 50”, è un biocida concentrato a base triazina. composto eterociclico azotato, classificata secondo la Direttiva 67/548/CEE: R22 (nocivo per ingestione) ed R52/53 (nocivo per gli organismi acquatici, può provocare a lungo termine effetti negativi per l’ambiente acquatico). Tali effetti nocivi vengono confermati anche dal nuovo regolamento Regolamento CE 1272/2008 in quanto la sostanza è classificata: H 302 (nocivo se ingerito) ed H 412 (nocivo per gli organismi acquatici con effetti di lunga durata). Questo tipo di composti, a causa del loro anello s-triazinico, sono difficilmente biodegradabili. Oppure il sodio bisolfito, composto chimico con formula NaHSO3,tra i cui nefasti effetti dal punto di vista biologico vi è quello che, nonostante la diluizione, forma con acqua miscele corrosive. Secondo la Direttiva 67/548/CEE è classificato come R22 (nocivo per ingestione) e R31 (a contatto con acidi libera gas tossico); secondo il Regolamento CE 1272/2008 è classificato EUH031 (a contatto con acidi libera gas tossico) e H302 (nocivo se ingerito). Inoltre si utilizza l’idrossido di sodio, commercialmente conosciuto come soda caustica, altamente corrosivo che, se tenuto a contatto con la pelle provoca gravi ustioni, distruggendo rapidamente l’intero spessore del tessuto cutaneo. INFINE, I FAMOSI POSTI DI LAVORO. (!!!!!) Non esiste niente di tutto ciò, le piattaforme sono telecontrollate e il poco personale necessario alla gestione di un impianto simile deve possedere una o più specializzazioni che evidentemente non sono in possesso né dei disoccupati siciliani né degli stessi laureati Sicilia. M Gli specialisti ingaggiati dalle ditte del petrolio sono di livello altissimo e in genere non certo siciliani. Quindi l’aumento di posti di lavoro è una bufala. Il vero aumento dei posti di lavoro si ha con una green economy vera e non fittizia, grazie alla quale è possibile intraprendere un vero sviluppo sostenibile e non certo rincorrere una tipologia così dannosa per l’ambiente a causa dei suoi effetti nefasti che stiamo purtroppo subendo effetto serra, aumento del clima, alluvioni ed esondazioni, inquinamento del pianeta, che si conferma per quello che è : una visione meschina economicistica e miope del futuro, che mette seriamente a repentaglio LA SALVEZZA DEL PIANETA E DEI SUOI ABITANTI. Quanto alle royalties anche un analfabeta si rende conto che la somma “evocata” dal presidente della regione è ben misera cosa rispetto al prodotto del turismo e della pesca, oltre ovviamente ai costi ambientali, incalcolabili.