Roma, 5 apr- “Il Turismo costituisce un’enorme fonte di ricchezza per il nostro Paese con il 12 p.c. del Pil, e, con gli oltre 3milioni di occupati e le 440 mila aziende che operano nel settore, non può essere la Cenerentola della nostra economia ma deve acquisire la dignità di un comparto centrale anche delle strategia sindacale della Cgil”. Lo ha detto Vincenzo Colla, segretario confederale della Cgil, a conclusione dell’iniziativa della Confederazione di corso d’Italia sul Piano Strategico del Turismo ad un anno dal suo varo.
Per Colla, “non solo i grandi numeri del settore (che nel mondo mondo occupa 108 milioni di addetti ed in Europa 36 milioni, cioè 7 volte il settore dell’automotive), ma l’evoluzione stessa di questo importante comparto richiede una diversa e più rilevante valutazione della Cgil, certamente pari a quella dei comparti manufatturieri, per via della sua dimensione economica di scala che propone un trend di crescita esponenziale per i prossimi anni”.
Colla ha valutato positivamente il Piano voluto dal ministro Franceschini “anche per il metodo adottato di coinvolgere tutti i soggetti interessati”. Un Piano che per la prima volta affronta in maniera organica quella che il sindacalista ha definito “la miniera” che l’industria turistica costituisce per il nostro Paese: “un driver economico ed occupazionale di rilievo assoluto -sono state le parole di Colla- che deve svilupparsi lungo tutta la sua filiera, valorizzando e qualificando prima di tutto il lavoro -oggi segmentato e precarizzato- sul quale vive l’economia turistica italiana finanziata per larga parte da fondi della Comunità europea, un comparto -ha sottolineato- sempre più globalizzato che subisce il grande impatto dell’innovazione digitale”.
Già nella relazione d’apertura di Marco Broccati, responsabile nazionale Turismo della Cgil, erano emersi dati di grande interesse sul settore, poi confrontati con gli interventi del Direttore generale Turismo del Mibact, Francesco Palumbo, e del dirigente Turismo della Regione Lazio, Paolo Giuntarelli.
“Secondo il World Economica Forum 2015 -ha fatto osservare Broccati- l’Italia presenta forti prospettive di sviluppo, centrate su patrimonio culturale e ambientale, mentre le criticità si collocano soprattutto sui prezzi, lo stato delle infrastrutture e la cura dell’ambiente. I dati delle presenze 2016-2017 registrano una forte crescita, tra il 5 e il 7 p.c. l’anno”.
L’Italia rimane, in qualunque ricerca, il paese più ambito per il viaggiatore ma non è certamente il più visitato al mondo avendo perso qualche posizione in classifica.
“Tra il 2007 e il 2016 il Turismo ha comunque prodotto un valore aggiunto netto di 128 miliardi di euro. Per fare un raffronto -ha chiarito Broccati- 33 miliardi in più dell’intero sistemamoda -tessile, abbigliamento, calzature e accessori- che rappresenta uno dei punti di forza della nostra economia, e che nello stesso periodo ha prodotto valore netto per 95 miliardi”.