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Unicredit elude trattativa con Sindacati e chiude sportelli bancari. In sicilia altri 10 e dopo? FABI si prepara alla guerra.

Unicredit, che ha conseguito utili per 4,7 miliardi di euro ,spinge l’acceleratore per avviare la trattativa sugli esuberi che secondo il CEO ,Jean Pierre Mustier, dovrebbe interessare in Italia circa 6 mila Persone. Inoltre, l’Unicredit di Mustier non si ferma , vorrebbe chiudere altri 450 sportelli in Italia dei quali oltre 50 interesserebbero la Regione Sicilia.
Ma la FABI – Federazione Autonoma Bancari Italiani che è il sindacato più rappresentativo nella predetta Azienda e nell’intero settore non ci sta e risponde picche al francese Mustier.
Il Segretario Generale della FABI, Lando Maria Sileoni, senza peli sulla lingua, mette in guardia Mustier:
«Jean Pierre Mustier ancora una volta sbaglia approccio, cercando di ridimensionare la portata e l’impatto del piano industriale. Si illude di avere gioco facile, con noi e con le altre organizzazioni sindacali. Contrariamente a quanto affermato dall’amministratore delegato della banca, non ci sarà alcuna semplice discussione sul piano industriale né un dialogo come lui ipocritamente predica, ma un confronto serio, durissimo e approfondito nel quale nulla sarà concesso. Pretenderemo almeno una assunzione ogni due eventuali esuberi. Il signor Mustier deve avere rispetto per le lavoratrici e per i lavoratori del gruppo Unicredit oltre che per il territorio italiano che lo ospita”. Lo dichiara il segretario generale della Fabi, Lando Maria Sileoni

Alle pesanti affermazioni di Sileoni si aggiunge una dichiarazione di Mauro Morelli che segue per conto della Segreteria Nazionale le trattative in Unicredit:
“L’Azienda pretende di discutere il piano industriale dando già per scontato il numero di filiali da chiudere. Se queste sono le premesse, potremmo non sederci al tavolo” osserva il segretario nazionale Fabi, Mauro Morelli, che seguirà la trattativa per conto del segretario generale”

E i siciliani della FABI, ancora una volta, vedono già penalizzazioni ancor prima che parta la trattativa sul piano industriale.
Giuseppe Angelini, che è uno dei principali protagonisti della delegazione FABI trattante in Unicredit Group, afferma:
“L’Azienda sta iniziando un percorso negoziale spiacevole perché già abbiamo avuto comunicato che a fine marzo verranno chiuse altre 10 filiali e precisamente:
Agrigento Imera, Caltanissetta Don Minzoni, Militello Val di Catania, Naso, Palermo Via Dante, Caltavuturo, Camporeale, Modica Regina Margherita, Santa Ninfa e Aci Catena”.
Ciò significa, prosegue Angelini, che “Unicredit eludendo il dialogo con le Organizzazione Sindacali e non tenendo in alcun considerazione le mozioni approvate all’Assemblea Regionale siciliana favorisce la desertificazione della nostra isola. Al 31 dicembre 2019 i Comuni privi di sportello bancario erano già oltre 100. Ma dove vuole arrivare Unicredit visto che ancora la trattativa su esuberi e sportelli deve iniziare? Ricordo che la Costituzione precisa che l’attività imprenditoriale deve perseguire fini di utilità sociale. Temo, invece, che così facendo l’azienda guardi solo ai fini economici per gli azionisti”. Nella foto (Giuseppe Angelini e Lando Maria Sileoni)

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