25 Novembre 2024

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VIS, nasce la rete che supporta le vittime di reato

È giunto a conclusione il progetto della Provincia di Livorno che è stato coordinato scientificamente dall’Università di Pisa

PISA – Il ruolo dell’Università di Pisa è stato quello di coordinare scientificamente il progetto, elaborando i percorsi formativi, costruendo momenti di verifica delle varie fasi, definendo le linee guida per gli operatori e per la creazione dei centri di supporto alle vittime. Avviato nel 2012 dalla Provincia di Livorno con un finanziamento della Commissione Europea e numerosi partner coinvolti, il VIS Network – VIctim Supporting Project: a network to support and aid crime victims – è arrivato alla sua conclusione creando sul territorio una rete di soggetti in grado di rispondere alla sempre più forte domanda di assistenza da parte delle vittime di reato, dai casi di cronaca più eclatanti fino alle vicende sommerse che si consumano tra le mura domestiche.
«Il dipartimento di Scienze politiche dell’Università di Pisa ha messo a disposizione il suo sapere teorico e metodologico per far emergere i bisogni dei vari soggetti coinvolti – ha dichiarato il professor Andrea Borghini, coordinatore scientifico di VIS – Con le sue competenze, ha contribuito alla governance della rete ponendosi in una posizione di ascolto attivo dei territori investiti dal progetto, cercando di farne emergere la ricchezza, rappresentata dagli agenti presenti, di rendere attivi i nodi delle reti già esistenti e di coinvolgere altri attori, fino a quel momento esclusi o silenti».
La rete di VIS ha coinvolto soggetti territoriali (29 nel territorio di Livorno e 18 nell’area di Pisa) che, con competenze diverse, si occupano di trattamento alle vittime, dai servizi sanitari, alle forze dell’ordine, dalle istituzioni alle associazioni di settore che insieme possono garantire una risposta ai nuovi bacini di fragilità sociale in costante aumento. Inoltre è stata svolta una mappatura dei soggetti che si occupano del trattamento delle vittime fragili a Mantova (32 nella città e 19 sul territorio provinciale) e una mappatura per quelli di Pisa. Tra i risultati raggiunti ci sono numerose iniziative di sensibilizzazione, la formazione degli operatori delle istituzioni preposte e coinvolte nel processo di trattamento della vittima in 6 percorsi dedicati (2 per ogni area), la stipula di protocolli d’intesa per stabilire misure congiunte per la tutela delle vittime, l’adozione di procedure concordate per il funzionamento dei centri di supporto alle vittime e la realizzazione del sito www.visnetwork.eu per le attività di informazione.
Il progetto si è  concluso con la messa a sistema delle procedure attivate con le reti locali, a Mantova per rendere maggiormente funzionale ed efficace il Centro di Supporto alle Vittime nato a primavera 2012; a Pisa per supportare le iniziative della rete già esistente coordinata dalla Società della Salute e, che è stata ampliata con il progetto, a Livorno per supportare l’operatività del nuovo Sportello di ascolto e supporto alle vittime che è stato aperto presso l’Ufficio della Consigliera di Parità della provincia di Livorno e funziona grazie ai contributi volontari dei soggetti della rete Vis Network. Le “Linee guida per gestire un Centro di supporto alle vittime” curate dall’Università col contributo di Libra riportano le buone pratiche che il progetto consegna agli attori rilevanti. «Il contributo dell’Università – conclude il professor Borghini – ha consentito di ridurre i rischi di cadere in forme di retorica della vittima che, in un’epoca fortemente mediatizzata come la nostra, sono particolarmente frequenti, sottraendo ai singoli rappresentanti dei nodi delle reti la gestione esclusiva della vittima e dei processi di supporto ad essa, e rilanciando invece l’azione di sistema basato sull’approccio di rete».

Il gruppo di ricerca e partner del progetto
Oltre al professor Borghini, del gruppo di ricerca del dipartimento di Scienze politiche facevano parte la professoressa Roberta Bracciale, Cristina Galavotti, e Gerardo Pastore. Hanno inoltre partecipato alle attività del gruppo, Beatrice Giovannoli e Chiara Nerelli entrambe formate dal Master in Criminologia Sociale dell’Università di Pisa. Gli altri partner del progetto sono Regione Toscana, il Centro Studi Discriminazione di Pisa, la Società della Salute di Pisa, l’ASL 6 di Livorno, Libra e Alce Nero di Mantova, i partner associati Provincia di Pisa, Questura – Polizia di Stato Livorno, FDE – Scuola di Alta Formazione in Scienze Criminologiche, Comune di Mantova e Ospedale Carlo Poma (Mantova), e di una serie di soggetti correlati, tra cui servizi sanitari, forze dell’ordine, amministrazioni ed enti locali, associazioni di volontariato e sociale che hanno garantito lo svolgimento delle attività per 24 mesi.

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