VITTORIA – Nella notte di S. Lucia il volteggiare degli elicotteri ha ancora annunciato ai vittoriesi l’esecuzione di arresti.
Sono state ancora una volta smentite le assurde esternazioni negativiste che hanno accompagnato le vicende giudiziarie degli ultimi anni, finalizzate ad affermare l’inesistenza di una questione mafiosa nell’economia e nel tessuto sociale del territorio vittoriese. Per troppo tempo e in diverse circostanze molti esponenti della politica, delle Istituzioni, e della società vittoriese, hanno rivolto l’indice accusatore non contro l’assalto criminale e mafioso alla città e al mondo del lavoro e delle imprese, ma contro chi denunciava l’esistenza, storica e radicata, di nuclei forti di economia mafiosa, soprattutto nella filiera agroalimentare.
La tenacia degli inquirenti ha infatti cominciato a scoperchiare alcuni santuari del dominio mafioso della economia nella città di Vittoria, che fanno sperare in un cambiamento della situazione, che va comunque sostenuto con la partecipazione cosciente e consapevole del Movimento democratico, al quale spetta il compito non solo di sostenere questo impegno dello Stato e della Magistratura, ma anche di individuare le forme e i modi di un superamento della condizione di dipendenza dell’economia e della attività di migliaia di aziende dal potere mafioso, che si esercita in maniera capillare, e persino socialmente utile, sulle vicende quotidiane, di vita e di lavoro, di migliaia e migliaia di aziende e di cittadini.
Mdp-Articolo Uno rifiuta comunque la ritualità dei proclami solidaristici, molto spesso farisaici e di circostanza.
Non è possibile continuare a negare, come invece si è fatto senza alcun ritegno, l’esistenza delle mafia e soprattutto la capacità della stessa di entrare in profondità nei meccanismi di funzionamento delle strutture economiche del territorio, o ad aggredire moralmente e politicamente chi ne denuncia la presenza esponendosi a pesanti rappresaglie politiche e personali, per poi comunicare opportunisticamente solidarietà agli inquirenti.
Chi invocava, per mesi e per anni, la “quiete” sociale e lanciava inquietanti messaggi a non infangare la gente con maliziose dicerie e denunce, chi invitava perentoriamente a non disturbare il “buon lavoro” che si presumeva si facesse comunque e ovunque nelle strutture dell’economia vittoriese, ha nei fatto interloquito e dato spazio, direttamente e indirettamente, a entità forti presenti da decenni nella storia del territorio, a soggettività in forte espansione economica, potenti e capaci di entrare con determinazione nei meccanismi dell’economia e dell’intera società vittoriese, rese piu’ fragili dalla crisi del mondo agricolo, dalla perdita di efficienza delle Istituzioni pubbliche, dalla caduta di molteplici baluardi difensivi delle campagne e del mondo del lavoro vittoriese, come le Cooperative, le Associazioni di rappresentanza sindacale, le politiche di comparto e territoriali.
In realtà noi denunciamo da anni lo sviluppo di una economia particolare, che ha segnato un cambiamento strategico delle vecchie organizzazioni criminali, mafia e stidda, che storicamente sono state presenti nell’area centro meridionale della Sicilia, e nella fascia costiera iblea in particolare, con epicentro nel mercato vittoriese, attraverso l’acquisizione di posizioni dominanti nei settori economici più diretti e prossimi all’agricoltura: ad esempio quello della commercializzazione dentro e fuori il Mercato, della imposizione di aggi e provvigioni illegali, del taroccamento sistemico dei prodotti in transito nel territorio, provocati dalla concentrazione di interessi e funzioni contrastanti nella figura aberrante della Doppia Attività, considerata vergognosamente dalle Istituzioni locali una realtà positiva e liberale, degli imballaggi e del nuovo concetto di “packaging”, del riciclo della plastica dismessa, o del sistema di vendita e delle deformazioni radicali del meccanismo di formazione dei prezzi, dentro e fuori il Mercato, del mondo variegato e complesso delle fatturazione a ventaglio, del sistema dei trasporti nell’intera Sicilia, dell’abbandono nelle mani degli usurai e dei “soccorritori” spontanei di migliaia e migliaia di piccole e medie aziende, agricole, artigiane e commerciali, ridotte ormai al lastrico e al fallimento; e via discorrendo….
La vicenda strabiliante della approvazione, concordata in campagna elettorale, di un nuovo regolamento del Mercato, trasmigrato allegramente dalla vecchia alla nuova amministrazione, ha legittimato nella sostanza tutte le anomalie già presenti all’interno della struttura, scatenando l’assoluto distacco dei meccanismi commerciali in essere dalle regole e dalla legalità.
Con una spregiudicatezza irresponsabile si è lasciato campo libero in tutto il territorio a pratiche ignobili di speculazione e di stravolgimento della libera concorrenza nel processo commerciale dell’Ortofrutta, con effetti dirompenti a livello locale e nazionale. Ogni denuncia è stata considerata alla stregua di una inutile provocazione, se non un insulto alla laboriosità di un territorio considerato acriticamente compatto e sano, in blocco e senza discutere. Per molti versi, alla luce di quanto gli inquirenti stanno accertando, pericoloso e irresponsabile è stato invece l’attacco indirizzato versi chi denunciava l’esistenza di forze potenti che avevano sottomesso o cercato di sottomettere al loro dominio l’intera struttura mercatale e le regole di funzionamento dell’intera filiera agroalimentare nel territorio. Ancora, tuttavia, c’è gente che strilla contro l’invasività della Magistratura catanese! Vergognatevi !
I settori economici sono concatenati, ogni settore può rappresentare l’indotto di un altro e così via, questo determina che se uno di essi finisce sotto il diretto controllo della criminalità mafiosa, tutto il ciclo economico ne viene condizionato e di conseguenza la vita politica, civile e democratica e lo stesso sviluppo complessivo della città di Vittoria. Il Procuratore della Repubblica di Catania, Dottor Zuccaro, al quale rivolgiamo il doveroso plauso e riconoscimento per la qualità dell’attività svolta a tutela del rispetto della Legge e dell’ordine democratico, in conferenza stampa ha esordito con questa frase che integralmente copiamo e condividiamo: “Non ci fermeremo fino a quando il mercato di Vittoria sarà liberato dalla cappa mafiosa, ancora presente, che impedisce la libera concorrenza”.
In queste brevi ma significative parole da un lato troviamo la ferma e convinta azione degli Organi dello Stato volta al ripristino della Legalità e dall’altro troviamo conferma che parimenti le attività investigative confermano e rafforzano ulteriormente la richiesta del “Tavolo Verde Sicilia”, che è presieduto dal Senatore Concetto Scivoletto, e di Articolo Uno MPD, di procedere verso il Mercato con l’accesso di una specifica Commissione del Ministero degli Interni, volta ad accertare il livello di infiltrazione e di condizionamento mafioso del Mercato Ortofrutticolo di Vittoria. Allo stato delle cose questa richiesta potrebbe ora essere accolta e assunta, con apposito Decreto del Sig. Prefetto, anche all’interno del lavoro che la Commissione Prefettizia, insediata già al Comune, sta svolgendo.
Sarebbe un non senso se cio’ non si facesse.
Rimaniamo consapevoli comunque che solo una profonda Riforma delle regole che governano attualmente la Filiera agroalimentare e i Mercati potra’ salvare Vittoria e tante realtà del Mezzogiorno dal disastro in cui ci troviamo. Il lavoro dei Magistrati è, in questo contesto, premessa e spinta verso il cambiamento.
La nostra richiesta di accesso è stata squalificata come espressione bizzarra di supposti “nemici” della Città di Vittoria, è stata osteggiata a tutti i livelli da esponenti politici locali, regionali e nazionali, durante le ultime campagne elettorali, con la scusante che era la richiesta stessa, e non i mafiosi, che danneggiavano ( si scriveva e si diceva ) l’immagine della città di Vittoria e degli operatori commerciali.
Una vera e propria offensiva di sbarramento è stata organizzata in diverse sedi politiche, economiche e istituzionali, del territorio ipparino; sono state messe a punto campagne ideologiche e lanciati appelli pubblici ai cittadini per il mantenimento dello status quo ante, a difesa di una normalità fatta di convenienze inconfessabili, di illeciti e dello stravolgimento della legalità, che venivano pero’ messe in discussione dalle inchieste e dalle indagini, in una ostinata e arrogante impostazione negazionista della presenza del fenomeno mafioso a Vittoria.
Persino lo stesso attuale sindaco di Vittoria rilascio’ un’intervista, durante la campagna elettorale amministrativa, in cui sosteneva che chi accostava la Mafia al Mercato di Vittoria danneggiava l’immagine della città. Mai valutazione è stata cosi’ sconvolgente e liquidatoria. La verità è che Vittoria oggi vive uno dei suoi momenti più bui e tragici, con in prospettiva un piu’ che probabile scioglimento del Consiglio comunale per infiltrazioni mafiose e per il contestuale inquinamento mafioso del sistema socio-economico.
Quello che accade a Vittoria è questione nazionale e solo in un contesto riformatore di alto profilo, di impianto nazionale, gli sforzi compiuti e le battaglie sostenute, che tendono a riportare legalità e trasparenza lì dove non ci sono, i problemi e le contraddizioni che ci avvolgono sino a diventare per noi oggettivi e naturali, potranno essere positivamente risolti e superati.
Lo Stato ha dimostrato di non volere piu’ arretrare di fronte alla presenza radicata di spinte speculative e mafie organizzate, che puntano le loro carte sul condizionamento di tutti i codici comportamentali dei cittadini, con il fine ultimo di imporre il dominio mafioso sull’economia di aree produttive importanti della Sicilia e del Mezzogiorno. Come Vittoria è.
Occorre che la Politica e le Istituzioni si muovano rapidamente per porre all’ordine del giorno il grande tema della Riforma complessiva dei Mercati e della Filiera Agroalimentare, raccogliendo la spinta al cambiamento che viene dalla Magistratura nella consapevolezza che solo una profonda Riforma delle regole che governano attualmente la Filiera agroalimentare e i Mercati potra’ salvare Vittoria e tante realtà del Mezzogiorno dal disastro in cui si trovano. Il lavoro dei Magistrati è, in questo contesto, premessa e spinta verso il cambiamento.
Chiediamo pertanto ai cittadini di rifiutare ogni forma di connivenza o di ricatto e di denunciare il tutto alle Forze dell’Ordine.
Lo Stato attraverso l’opera della Procura della Repubblica di Catania c’è ed agisce, sta a noi dare il contributo fattivo per la sconfitta della Mafia in città e la rinascita di Vittoria.
ARTICOLO UNO MDP
FRANCESCO AIELLO, PER IL COORDINAMENTO CIRCOLO DI VITTORIA
GIANNI BATTAGLIA, PER IL COORDINAMENTO PROVINCIALE RAGUSA