Vittoria. 12 gennaio 2020
E’ stato associato presso la casa circondariale di Ragusa, con l’accusa di tentato omicidio, il giovane che alle 4 del mattino dell’undici gennaio u.s. avrebbe esploso colpi di arma da fuoco nei confronti di due giovani, mentre un secondo soggetto, è stato denunciato a piede libero per favoreggiamento personale. Come si ricorderà, l’episodio che poteva trasformarsi in tragedia, si è verificato all’interno di un pub, e si è concluso fuori, nella centralissima piazza del Popolo. Fin qui le ultime notizie diffuse dalla Questura di Ragusa, con una nota inviata oggi agli organi di stampa; rimane quindi invariata la situazione rispetto a quanto fino ad ora riferito, a parte il coinvolgimento di un’altra persona, ritenuta responsabile di favoreggiamento.
Ma da indiscrezioni, si apprende che le indagini che stanno svolgendo senza sosta, e a 360° gli agenti del locale commissariato, quelli della squadra mobile iblea e quelli della prevenzione crimine di Catania, coordinati dal Questore di Ragusa, dottoressa Giusy Agnello, potrebbero essere in continua evoluzione. L’utilizzo del condizionale rimane un obbligo, proprio perchè, il susseguirsi di notizie, molto spesso non coincide, segno questo, anche se gli investigatori sembrano avere le bocche cucite, che le testimonianze raccolte, potrebbero essere discordanti tra loro. Nel frattempo, ieri sera, davanti ad un altro locale della movida vittoriese, si è verificato un altro episodio, che, grazie al tempestivo intervento della polizia municipale, si è concluso con una violenta scazzottata, i cui segni sono evidenti ancora oggi, considerato che nei pressi dell’Agenzia della Banca Agricola di piazza del Popolo, si notano evidenti e vistose macchie di sangue sul marciapiede.
Anche in questo caso, se i vigili non fossero stati a presidiare il territorio, probabilmente l’episodio avrebbe potuto assumere connotati diversi. Indispensabile quiendi, il presidio H 24 del territorio.
E quasi contemporaneamente, il portone d’ingresso dell’abitazione dell’ex sindaco Francesco Aiello, è stato imbrattato, probabilmente con materiale corrosivo, visto che lo stesso Aiello, ha provato a ripulirlo e i segni non vanno via. Una casualità? Un messaggio? Chi lo sa, di certo c’è che Aiello parla tanto, denuncia e va avanti come una ruspa impazzita.
Cosa vuol dire tutto questo?
Vorrei, con questo editoriale, provare a fare il punto di una situazione che sembra sfuggita dalle mani dello Stato. Una affermazione pesante ma soprattutto dolorosa, perchè chi crede nello Stato, lo vede come unica ancora di salvezza per venire fuori da una situazione unica nella storia della città di Vittoria.
I politici parlano, ma probabilmente hanno in mente un loro percorso per una campagna elettorale ormai prossima, considerato che il periodo di commissariamento, si avvia a conclusione, e bisogna, ad ogni costo, ridare un Governo a questa città. Le associazioni si formano e svaniscono dopo qualche mese o addirittura pochi giorni. I Social impazzano e sono enormi contenitori di idee, molto spesso bislacche, che per potere avere i canoni della concretezza, dovrebbero, o violare le leggi vigenti, o applicare la legge del taglione. Ma di concreto, nulla, nulla, nulla, nulla. Il vuoto più assoluto regna a Vittoria e fa da cornice ad una forma imperversante di anarchia. Ognuno fa quello che vuole, ognuno dice quello che pensa senza freni inibitori, ognuno ritiene di essere il medico di una malattia, che prima era quasi cronica e adesso “incurabile”.
Le famiglie sono preoccupate, molte ritengono addirittura, di dovere mandare via i loro ragazzi, alcuni intemperanti pensano di formare “ronde armate” per sopperire, dicono, ai vuoti di chi dovrebbe tutelare i cittadini, altri sostengono che la violenza si combatte con la violenza.
Tutte le ipotesi elencate, non rispondono ai criteri e ai parametri previsti dalla democrazia e dal vivere civile.
Quindi che fare? Le soluzioni spettano allo Stato ed è questo che ha l’obbligo di intervenire, perchè non è più tollerabile sentire dire che lo Stato ha mollato e non è più in grado di garantire la gestione della sicurezza e della stessa città di Vittoria.
Lo Stato si faccia carico di riprendere in mano la situazione, lo Stato tutto, quello che amministra, quello che interviene, quello che dovrebbe trattare la questione Vittoria, come una vera e propria “EMERGENZA”.

Di Giovanni Di Gennaro

Nato a Vittoria il 14 giugno 1952; completati gli studi superiori presso l'Istituto Magistrale di Vittoria, negli anni 70, anni in cui erano in servizio, docenti quali: Bufalino, Arena, Frasca, Traina e tanti altri nomi di prestigio, si iscrive a Roma presso la Facoltà di Psicologia. Non completa gli studi universitari e non consegue il diploma di laurea, in quanto nel 1973, viene assunto presso la ex Cassa Centrale di Risparmio V.E. Da sempre si considera più sindacalista che bancario, infatti, già nel 1975, diventa dirigente sindacale. Allo stato attuale, è Segretario Provinciale della FABI, il Sindacato più rappresentativo di categoria, e, inoltre, è componente del Dipartimento Comunicazione e Immagine del Sindacato, che pubblica un mensile: La Voce dei bancari. (150.000 copie al mese). Nel 1978, inizia a collaborare con il Giornale di Sicilia, per cui lavora fino al 1994. Si iscrive all'Ordine dei Giornalisti nel gennaio del 1981. Per oltre 20 anni, collabora con Radio-Video-Mediterraneo e con altre emittenti locali, regionali e nazionali. Dal 1996 ad oggi, collabora con La Sicilia. Dal 1997 al 2004 è corrispondente Ansa da Vittoria , Ragusa e provincia.  Direttore Responsabile di periodici, ultimo in ordine di tempo: Il Mantello di Martino, molti lo considerano "specialista" di cronaca nera.  Sempre attento alle vicende politiche, economiche, giudiziarie, riesce ad essere un attento osservatore e un apprezzato cronista.

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