Vittoria. 22/10/2019
Ormai è noto a tutti, la città di Vittoria soffre la sete da mesi e nessun provvedimento forte è stato assunto perchè la gente possa tornare ad avere la regolare fornitura del prezioso liquido, senza essere costretta a pagare l’autobotte che la trasporta. Non vogliamo entrare nel merito di quali siano i problemi “irrisolvibili” sin qui riscontrati, che impediscono allo Stato (Vittoria in questo momento è rappresentata dallo Stato) di intervenire per fare fronte ad una crisi idrica mai registrata negli ultimi 40 anni. A quanti continuano ad insinuare che i problemi di acqua ci sono sempre stati, rispondiamo, senza timore di essere smentiti: è vero, ma duravano una manciata di ore, qualche giorno, e solo in piena estate, e venivano risolti. In quel lasso di tempo, breve, le autobotti del Comune, fornivano l’acqua gratuitamente, anche nelle ore notturne, a tutti coloro i quali ne avanzavano richiesta.
Fin qui una storia che ormai è diventata, conosciuta, vecchia e antipatica, ma ad un interrogativo che ci poniamo noi e se lo pongono i cittadini, qualcuno dovrebbe rispondere, a che serve e “cui prodest” negare l’evidenza? Che senso ha che un cittadino, titolare di una attività commerciale in pieno centro, garantita da regolare licenza, certificato antimafia, scia e chi più ne ha più ne metta, che è senza acqua da circa 15 giorni, si rivolge all’ufficio competente, questo interviene e manda una autobotte con il personale addetto, ma quando questo giunge sul posto e vede il contenitore ad una altezza di un metro e quaranta dal pavimento, si rifiuta di fornire il liquido. Ulteriore intervento, altro tentativo, altro diniego. Poi, infine, oggi, il povero malcapitato, si reca nell’ufficio competente, trova un nuovo funzionario e/o dirigente, e alla richiesta, si sente rispondere . Ma quale è la novità rispetto al passato? Ma quando mai il Comune ha fornito l’acqua fino al primo o al decimo piano degli immobili? E poi, ma non sarebbe stato più opportuno, se il tizio preposto al servizio, avesse chiesto se l’utente paga le bollette? Forse una domanda troppo imbarazzante, perchè il funzionario sa bene che, checché ne dicano coloro i quali sulla città e sui cittadini esprimono giudizi negativi e affrettati, le utenze le pagano, ma l’acqua non arriva lo stesso, e se la vogliono, la devono ripagare una seconda volta.
La gente è stanca, la misura è colma, qualcuno deve intervenire con tutti i poteri di cui dispone, e deve riportare la città in uno stato di vivibilità che possa ridare alla gente il coraggio di tornare a credere nelle istituzioni.

Di Giovanni Di Gennaro

Nato a Vittoria il 14 giugno 1952; completati gli studi superiori presso l'Istituto Magistrale di Vittoria, negli anni 70, anni in cui erano in servizio, docenti quali: Bufalino, Arena, Frasca, Traina e tanti altri nomi di prestigio, si iscrive a Roma presso la Facoltà di Psicologia. Non completa gli studi universitari e non consegue il diploma di laurea, in quanto nel 1973, viene assunto presso la ex Cassa Centrale di Risparmio V.E. Da sempre si considera più sindacalista che bancario, infatti, già nel 1975, diventa dirigente sindacale. Allo stato attuale, è Segretario Provinciale della FABI, il Sindacato più rappresentativo di categoria, e, inoltre, è componente del Dipartimento Comunicazione e Immagine del Sindacato, che pubblica un mensile: La Voce dei bancari. (150.000 copie al mese). Nel 1978, inizia a collaborare con il Giornale di Sicilia, per cui lavora fino al 1994. Si iscrive all'Ordine dei Giornalisti nel gennaio del 1981. Per oltre 20 anni, collabora con Radio-Video-Mediterraneo e con altre emittenti locali, regionali e nazionali. Dal 1996 ad oggi, collabora con La Sicilia. Dal 1997 al 2004 è corrispondente Ansa da Vittoria , Ragusa e provincia.  Direttore Responsabile di periodici, ultimo in ordine di tempo: Il Mantello di Martino, molti lo considerano "specialista" di cronaca nera.  Sempre attento alle vicende politiche, economiche, giudiziarie, riesce ad essere un attento osservatore e un apprezzato cronista.

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