Vittoria. 23 gennaio 2022
Ancora una denuncia pubblica diffusa tramite Telegela, di Riccardo Zingaro e Emilio Tringali. Il primo, un attivista ambientalista di Acate, che da tempo “grida al vento” manifestando la sua rabbia e la sua preoccupazione, per una enorme discarica a cielo aperto, piena di rifiuti pericolosi, pronta ad essere coperta di tanto in tanto, per creare quindi, una terra dei fuochi.
Il secondo, un “guerriero”, da molti stimato, da altri criticato, che denuncia tutto ciò che ritiene nocivo e dannoso per la salute pubblica e tutto quello che lui ritiene possa essere elencato nel catalogo delle ingiustizie,mettendo nero su bianco su un libro realizzato tempo fa, dal titolo “Sbirromafia”.
Nell’ultima incursione realizzata tre giorni addietro, in compagnia della telecamera di Telegela e con il supporto di un giornalista che alterna descrizione dei luoghi a piccole interviste ai nostri, vengono denunciate una serie di gravissimi reati contro il territorio e la salute pubblica, alle porte di Vittoria e di Acate. Partendo da una discarica di contrada Passo Scarparo, sulla Vittoria Comiso, già posta sotto sequestro mesi addietro dalla polizia municipale, ma con i sigilli apposti, violati. E a quanto pare, nonostante i controlli e i riflettori accesi sul sito, misteriosi camion, continuerebbero ad entrare e uscire, molto verosimilmente per continuare ad utilizzare abusivamente la discarica.
Lì c’è di tutto, quintali e quintali di pezzetti di materiale di vario genere, che a dire di Tringali, sarebbe altamente inquinante e nocivo.
Nell’altra discarica, quella alle porte di Acate, oltre che alle svariate tonnellate di materiale di ogni genere, sparso per le campagne adiacenti alle serre dove vengono coltivati i prodotti ortofrutticoli, ci sono pure pezzi di banconote tagliate a strisce e depositate insieme ad altri rifiuti.
Giusto per azzardare una ipotesi, si potrebbe pensare alle banconote scartate dalle banche in quanto usurate e logore e inviate al macero.
Ma ciò avviene rigorosamente tramite gli uffici di vigilanza della Banca D’Italia, quindi, la domanda è: come mai si trovano in quel sito nei pressi di Acate? Chi li ha trasportati? Come? Perché? Ci rifiutiamo di ipotizzare che questa operazione possa essere stata autorizzata dalla Banca D’Italia. Intanto le foto e i video, testimoniano che quei pezzetti di carta, sono banconote a corso legale.
Auspichiamo che gli organi competenti, possano alzare ancora di più, rispetto a quello che già fanno, il livello di guardia e avviare una indagine che possa mettere fine a questa strana “usanza” che ha consentito a qualcuno di scambiare la zona ipparina per una grande discarica a cielo aperto contenente materiali pericolosi e nocivi alla salute pubblica.