Vittoria. 21 giugno 2020
Sono passati quasi 24 mesi da quando a Vittoria si sono insediati i Commissari nel Comune sciolto per mafia.
Dopo poco tempo dal loro insediamento, “etichettarono” la città, e quindi i cittadini, con il pesante appellativo di “irredimibili”. Chi scrive non soffre e non ha mai sofferto della sindrome del napoletano, ovvero della superstizione. Ma da un po’ di tempo, nonostante la mia sperimentata attività giornalistica, che mi ha consentito di vedere e sentire, di tutto e di più, in una città che certamente ha vissuto momenti di grande tensione, subito contrastati da interventi delle forze dell’ordine che in poche ore reagivano con determinazione e professionalità, comincio a dubitare e pensare sia conveniente mettere in tasca un piccolo corno rosso.
Per quanto mi riguarda, da domani ne compro uno, non si sa mai.
Cosa mi spinge a fare questa cosa in cui non credo? La verificata circostanza che quell’etichetta, nata da un giudizio o impressione personale di uomini come tutti gli altri, quindi non di divinità, sia entrata nella testa bacata di alcuni, che assumono comportamenti del tutto incomprensibili e ingiustificabili.
Per questo si verificano atti di banale criminalità, che creano tensione e stress a chi li subisce: corse folli in auto tra le strade urbane ed extraurbane, arroganza, violenza, gesti di sfida a chi ha il compito del controllo, incendi, utilizzo delle strade pubbliche come depositi di spazzatura, inquinamento atmosferico con sostanze nocive e tanto altro ancora. Con l’aggravante che, mentre ieri ad ogni azione corrispondeva una reazione, adesso, purtroppo, non è più così.
Io mi chiedo perché, e non trovo risposte adeguate. Ma azzardo ipotesi, tra cui: prima c’erano giganti e adesso nani; c’era una cultura diversa; qualcuno che rappresentava il popolo spingeva perché tutto quello che si verificava venisse perseguito e punito?
L’interrogativo vale per tutte le domande, ma non ha risposte. Queste ultime le aspetto da chi è preposto a farlo.

Di Giovanni Di Gennaro

Nato a Vittoria il 14 giugno 1952; completati gli studi superiori presso l'Istituto Magistrale di Vittoria, negli anni 70, anni in cui erano in servizio, docenti quali: Bufalino, Arena, Frasca, Traina e tanti altri nomi di prestigio, si iscrive a Roma presso la Facoltà di Psicologia. Non completa gli studi universitari e non consegue il diploma di laurea, in quanto nel 1973, viene assunto presso la ex Cassa Centrale di Risparmio V.E. Da sempre si considera più sindacalista che bancario, infatti, già nel 1975, diventa dirigente sindacale. Allo stato attuale, è Segretario Provinciale della FABI, il Sindacato più rappresentativo di categoria, e, inoltre, è componente del Dipartimento Comunicazione e Immagine del Sindacato, che pubblica un mensile: La Voce dei bancari. (150.000 copie al mese). Nel 1978, inizia a collaborare con il Giornale di Sicilia, per cui lavora fino al 1994. Si iscrive all'Ordine dei Giornalisti nel gennaio del 1981. Per oltre 20 anni, collabora con Radio-Video-Mediterraneo e con altre emittenti locali, regionali e nazionali. Dal 1996 ad oggi, collabora con La Sicilia. Dal 1997 al 2004 è corrispondente Ansa da Vittoria , Ragusa e provincia.  Direttore Responsabile di periodici, ultimo in ordine di tempo: Il Mantello di Martino, molti lo considerano "specialista" di cronaca nera.  Sempre attento alle vicende politiche, economiche, giudiziarie, riesce ad essere un attento osservatore e un apprezzato cronista.

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