Vittoria. 29 gennaio 2021
Come si ricorderà, ieri, il candidato alla carica di sindaco di Vittoria, onorevole Francesco Aiello, aveva protestato dopo avere constatato e verificato, che gli adempimenti previsti dalla legge elettorale vigente, erano stati palesemente violati dal Comune di Vittoria, che, per voce del suo Segretario Generale, dichiarava di non avere provveduto alla stampa e alla affissione dei manifesti elettorali, con cui si indicevano le elezioni per le date previste del 14 e 15 marzo p.v. solo sulla base di “sentito dire”.
La protesta di Aiello, che si era legato alla ringhiera della scala di palazzo Iacono, è durata fino a quando l’intervento del comandante della polizia municipale, Rosario Amarù, che ha parlato a lungo con il candidato, non ha convinto lo stesso a tornare fuori e parlare con le persone che lo avevano seguito.
La vicenda ha poi avuto un seguito nel primo pomeriggio, quando il Comune, nei confronti del quale era stato preannunciato un esposto, non ha diffuso la notizia che i manifesti sarebbero stati stampati e affissi entro lo stesso pomeriggio di ieri. In effetti, stando alle dichiarazioni rese dai responsabili dell’Ente che si sono occupati della vicenda, i manifesti erano già stampati e pronti per l’affissione, quando, intorno alle 18,00 una nota inviata dalla prefettura, impediva l’affissione dei manifesti. La nota in effetti non riportava fatti nuovi rispetto a quelli già a conoscenza di tutti, ma bloccava l’affissione.
Immediata la reazione di Aiello, che ha inviato un esposto indirizzato al Comune di Vittoria; al Presidente della Regione Sicilia e all’Ente stesso; all’assessorato regionale delle Autonomie Locali e Funzioni Pubbliche; al Prefetto di Ragusa; al Ministro dell’Interno; alla Commissione d’inchiesta sul fenomeno della mafia e della corruzione in Sicilia; alla Procura della Repubblica di Ragusa; all’onorevole Nello Di Pasquale e alla stampa.
L’esposto, che ha varcato i confini dello stretto, contiene allegati che chiariscono ogni passaggio circa le richieste formulate da Aiello, per ottenere conto e ragione, oltre che le motivazioni, per cui le elezioni possano subire ancora una volta un rinvio. Inoltre, nell’esposto si evidenzia (n.d.r. a ragion veduta) quanta perplessità possa destare la convocazione della Giunta regionale di governo, convocata nei giorni scorsi, in data odierna, 29 gennaio 2021, quando i termini di scadenza per l’affissione dei manifesti, scadeva in data 28 gennaio, quindi ieri, tra l’altro senza che vi fosse
un atto deliberativo antecedente. In sintesi, il candidato Francesco Aiello, ipotizza una mossa strumentale per bloccare il voto ancora una volta, pur non in presenza di dati particolarmente allarmanti in Sicilia per quanto riguarda il Covid, se non quelli relativi alle tre aree metropolitane di Palermo, Catania e Messina.
Si prospetta una vera e propria “guerra” a colpi di carta bollata e non solo, considerata la circostanza che Aiello ha posto in indirizzo anche la Commissione d’inchiesta sul fenomeno della mafia e corruzione in Sicilia e Aiello nel comunicato stampa diffuso subito dopo l’invio dell’esposto, scrive testualmente < Sembra che alla base dell'infernale meccanismo vi sia un passa parola di notizie infondate, relative a una delibera regionale, in realtà inesistente, che sarebbe stata comunicata telefonicamente a soggetti interessati che avrebbero operato come una catena di Sant'Antonio. Tutto in "fiducia" come si addice a funzionari dello Stato, che avrebbero agito per universale condivisione di un rifiuto del diritto di voto dei cittadini vittoriesi. Fatti estremamente gravi, condivisi dai gruppi politici locali vicini a Musumeci, che denotano il livello di deterioramento della democrazia in Sicilia e nel nostro Paese>.