Vittoria 24.11.2023 – Giulia Cecchettin come Giovanni Falcone e Paolo Borsellino.
I due magistrati assassinati dalla mafia più sanguinaria dell’epoca,che hanno dato una certezza: la consapevolezza che la mafia, è, è stata e sarà, una montagna di m…
Dal momento in cui i magistrati, gli uomini e le donne delle scorte che li proteggevano e, nel caso di Falcone anche Francesca Morvillo, la donna con cui condivideva la vita, sono stati barbaramente assassinati, in Sicilia, le cose sono cambiate radicalmente e repentinamente. La gente tutta, ha avuto la consapevolezza che un gruppo di persone che vive ai margini della legalità, non può dettare legge e uccidere, nel momento in cui le cose non vanno come questi vorrebbero che andassero. Da quegli anni di piombo a oggi, le cose sono cambiate, e come se sono cambiate, anche se, nessuno può affermare che la mafia è stata sconfitta.
Adesso la barbarie si è scatenata nei confronti delle donne, mamme, mogli, compagne o amanti, che per un motivo o per un altro, hanno deciso di porre fine ad una relazione, con l’uomo che pensavano le amasse, ma che le ha assassinate perché non accettavano la fine di un rapporto, di una storia, di un matrimonio.
Così è stato anche per Giulia Cecchettin, la povera ragazza di 22 anni, massacrata a coltellate da un “bravo ragazzo”, quello stesso ragazzo che Giulia aveva scoperto di non amare più e che aveva deciso di lasciare.
Ancora una volta, la povera ragazza, così come è accaduto altre 100 volte, ad altrettante donne, ha deciso di incontrare il “lui” che aveva chiesto un chiarimento. Da quel momento, la poveretta, è rimasta prigioniera di un mostro che, dopo averla picchiata, l’ha uccisa a coltellate, incurante delle grida della vittima che implorava pietà.
Stamattina l’avvocato del carnefice, ancora detenuto in Germania, in attesa di estradizione, diceva che, se la confessione resa agli agenti della polizia tedesca, con cui dichiara di avere assassinato la ventiduenne, non sarà confermata in Italia, questa non avrà valore.
Incredibile ma vero, ma allora perché parliamo di Europea e di Comunità Europea?
Forse per darci un tono?
Aldilà di questa considerazione, l’unico fatto che in qualche modo potrebbe consolare il papà della ragazzina e la famiglia, è la svolta, che secondo lo scrivente, ha preso questa drammatica vicenda. Giulia, ennesima vittima di una violenza inaudita di un soggetto maschile che nulla ha a che fare con un uomo, ha turbato le menti e innescato dubbi che potrebbero portare tanti ipotetici assassini a ripensare ai comportamenti da tenere nei confronti delle donne, che non sono “prede o giocattoli”, e, che il rispetto per la vita altrui, è fuori da ogni discussione. La donna non è una proprietà privata da tutelare, o mia o di nessun altro, è un essere umano sicuramente più intelligente del genere maschile e che va rispettata e tutelata.
Auspico che la morte di Giulia possa essere l’inizio di una nuova era, per migliaia di giovani che sono impastati di un mondo virtuale che esiste solo in rete.

Di Giovanni Di Gennaro

Nato a Vittoria il 14 giugno 1952; completati gli studi superiori presso l'Istituto Magistrale di Vittoria, negli anni 70, anni in cui erano in servizio, docenti quali: Bufalino, Arena, Frasca, Traina e tanti altri nomi di prestigio, si iscrive a Roma presso la Facoltà di Psicologia. Non completa gli studi universitari e non consegue il diploma di laurea, in quanto nel 1973, viene assunto presso la ex Cassa Centrale di Risparmio V.E. Da sempre si considera più sindacalista che bancario, infatti, già nel 1975, diventa dirigente sindacale. Allo stato attuale, è Segretario Provinciale della FABI, il Sindacato più rappresentativo di categoria, e, inoltre, è componente del Dipartimento Comunicazione e Immagine del Sindacato, che pubblica un mensile: La Voce dei bancari. (150.000 copie al mese). Nel 1978, inizia a collaborare con il Giornale di Sicilia, per cui lavora fino al 1994. Si iscrive all'Ordine dei Giornalisti nel gennaio del 1981. Per oltre 20 anni, collabora con Radio-Video-Mediterraneo e con altre emittenti locali, regionali e nazionali. Dal 1996 ad oggi, collabora con La Sicilia. Dal 1997 al 2004 è corrispondente Ansa da Vittoria , Ragusa e provincia.  Direttore Responsabile di periodici, ultimo in ordine di tempo: Il Mantello di Martino, molti lo considerano "specialista" di cronaca nera.  Sempre attento alle vicende politiche, economiche, giudiziarie, riesce ad essere un attento osservatore e un apprezzato cronista.

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