Vittoria. Jasmine è morta per una terribile sfida sui Social informazione e deontologia. Intervista dell’Editore al nostro Direttore.
Vittoria 26/02/2021 – Sono l’Editore di questo Giornale online, mi chiamo Giovanni Maria Spada e svolgo una attività professionale autonoma. La passione per il giornalismo mi ha trascinato in questa bella “avventura” che ho voluto iniziare con la responsabilità di chi si affida a professionisti competenti e consapevoli. Per questo ho chiesto la collaborazione di Gianni Di Gennaro.
Quando lo scorso 9 febbraio, Jasmine, la ragazzina tredicenne straniera si è tolta la vita davanti alla sua abitazione, mentre i genitori erano assenti perchè al lavoro, siamo stati i primi a diffondere la notizia, una notizia di sole tre righe: “un’altra tragedia a Vittoria, una ragazzina di soli 13 anni si è suicidata nella sua casa dell’estrema periferia di Vittoria. Auspichiamo che questa notizia non inneschi inutili e dannosi commenti”.
Nessun particolare che potesse mettere chiunque, nelle condizioni di individuare la minorenne e la sua famiglia. La notizia aveva tutti i crismi della correttezza e del rispetto della deontologia, oltre che essere vera e verificata con fonti istituzionali, in quanto il nostro Direttore, Gianni Di Gennaro, l’aveva appresa quasi contestualmente al momento in cui si verificava il tristissimo episodio e verificata.
Nonostante l’auspicio dell’autore della notizia, le polemiche non solo ci sono state, ma sono state montate e amplificate in maniera scorretta e ingiustificata. Per questo, adesso che gli accertamenti medico-legali e le indagini sono concluse, pubblichiamo questa intervista che io stesso ho fatto al Direttore del Giornale.
-Come mai non hai voluto chiarire subito quale fosse la verità e hai atteso tutto questo tempo?
“Sin dall’inizio, quando sono stato costretto a tornare su questo penoso argomento” ha detto Di Gennaro “ho scritto che da uomo e da giornalista, ho sempre giudicato e giudico immorale, descrivere la morte di un soggetto che si toglie la vita, soprattutto quando si tratta di minori. E’ più forte di me, mi sono sempre rifiutato, così come, nonostante sia sempre stato presente nei luoghi dove avvengono delitti, mi sia rifiutato di vedere morti bambini. Il rispetto del dolore di chi subisce un trauma indelebile, per la morte di un figlio, va, non solo rispettato, ma tutelato, anche da chi ha il diritto di diffondere le notizie per professione. C’è modo e modo di riferire ai lettori e/o agli ascoltatori nel caso in cui si tratti di radio o tv.
Nel caso della povera piccola, della quale sin da subito conoscevo l’identità ed ero persino in possesso di una foto, mi sono rifiutato, come è mia abitudine di alzare un polverone.
Però, si sono accesi riflettori e si sono aperti i microfoni, non solo sui Social che ormai ci hanno abituato a vedere e sentire di tutto, ma anche su emittenti che, pur di apparire informati e, agendo in maniera non deontologica, si sono “scatenati” a riferire che la bambina era morta per un tragico incidente domestico e che la notizia del suicidio, era solo uno scoop giornalistico che non riportava fatti veri. Il tutto sulla base, non di informazioni e verifiche acquisite tramite gli organismi istituzionali, ma sulla base di un messaggio vocale inviato su WhatsApp da una sconosciuta che smentiva il suicidio e dichiarava di parlare in nome e per conto della famiglia dell’incolpevole vittima, nel momento in cui, la stessa famiglia, riferiva agli investigatori sul luogo, che da giorni la povera ragazzina si confrontava con uno dei giochi in rete che molto spesso si concludono tragicamente. Un fatto questo di gravità inaudita, anche io ho ricevuto quel messaggio, ma la prima domanda da giornalista coscienzoso che mi sono posto, è stata: chi e perchè sta cercando di coprire la responsabilità di qualcuno? Non mi sono certo affidato al dubbio e all’incertezza, anche perchè, per l’ennesima volta, mi sono rivolto a fonti autorevoli della Questura iblea, che mi hanno confermato che la ragazzina era morta perchè si era suicidata e non per una caduta da un divano o da una sedia. Adesso che la notizia è stata diffusa da una delle reti Mediaset, Canale 5, tutti i detrattori hanno fatto marcia indietro e finalmente hanno scoperto la verità.
Stiano tranquilli i nostri lettori, le notizie che pubblichiamo noi, sono tutte verificate, riviste, rilette e rielaborate in modo da fornire informazione e non ipotesi”.
Ritenevo doveroso riservare questo spazio al Direttore Di Gennaro, e siamo certi che Voi che ci seguite con fiducia, apprezzerete la nostra coerenza.