Vittoria. 10 febbraio 2021
Mi sono sempre rifiutato di scrivere di persone che si tolgono la vita, l’ho sempre giudicato immorale, privo di etica e di senso, ma i tempi purtroppo sono cambiati, non sono più gli anni in cui Internet non esisteva, la tecnologia non entrava nelle famiglie imponendo le sue regole, utili, ma a volte crudeli, devastanti. Adesso se accade che un ragazzo, una ragazza, si toglie la vita, è opportuno, se non necessario, farne cenno, senza invadere l’intimità di una famiglia sconvolta dal dolore, senza ricamarci sopra, senza ipotizzare conclusioni che potrebbero essere prive di ogni fondamento.
L’altro ieri a Palermo il suicidio di una bambina, aveva solo 10 anni, in quel caso è stato accertato che l’istigazione alla violenza è arrivata puntualmente dalla rete, la rete ha “imposto” a quella vittima innocente e inconsapevole di ciò che le sarebbe accaduto, di soffocarsi con la plastica.
Ieri sera una ragazzina di 13 anni, si è tolta la vita senza una apparente ragione. Qualcuno potrebbe obiettare: non c’è mai una ragione per togliersi la vita, ma questi sono ragionamenti da adulti.
Il mondo dell’infanzia, della gioventù, è un mondo a parte, va tutelato, va osservato, va studiato, va assistito con tutti i mezzi, con tutta la forza che lo Stato può mettere in campo per la salvaguardia di chi domani sarà pilastro portante di questo nostro Paese che muore lentamente e inesorabilmente. Cosa è accaduto, quale tentazione esterna si è insinuata per far si che una ragazzina si togliesse la vita. Una mamma invia un messaggio vocale ad un gruppo di mamme, (n.d.r.stamattina me lo ritrovo tra i miei messaggi) la sua voce carica di emozione, conosceva benissimo quella ragazzina, riferisce quanto è accaduto, sospetta che la rete possa avere contribuito perché la tragedia accadesse.
Noi non sappiamo se i timori espressi da questa mamma che devono essere condivisi da tutte le mamme e i papà, possano essere fondati, forse non lo sapremo mai, ma il dubbio ci assale la domanda ce la poniamo, da chi dipende la vita dei nostri figli, dei nostri nipoti, dei nostri fratelli?
Non è un problema facile da risolvere, lo so benissimo, non voglio apparire agli occhi di chi mi legge, come i tanti tuttologi che in piena pandemia hanno dettato le loro ricette, le loro soluzioni, ma voglio solo ricordare a chi ci governa e a chi ci governerà, che la vita di un Paese non è solo denaro, denaro che non abbiamo ma che potrebbe arrivare a fiumi, che se il denaro non si investe sui giovani, su quelli destinati a governare questo Paese tra qualche anno, servirà solo ad arricchire in maniera spropositata pochi e lasciare nella disperazione tanti.
Il momento è tragico, già nella stessa rete più volte citata, girano le catene, le famose catene di Sant’Antonio, con cui si annunciano catastrofi, terremoti che dureranno 8 ore, buio, freddo, gente che implorerà la morte per smettere di soffrire. Si sta seminando il terrore, questo va impedito, ribadisco, dal mio essere piccolo e insignificante, mettiamo da parte l’egoismo, l’arroganza, la sete di potere, di denaro e torniamo ad essere più umani, il tutto, partendo dalla base del nostro futuro: i giovani.

Di Giovanni Di Gennaro

Nato a Vittoria il 14 giugno 1952; completati gli studi superiori presso l'Istituto Magistrale di Vittoria, negli anni 70, anni in cui erano in servizio, docenti quali: Bufalino, Arena, Frasca, Traina e tanti altri nomi di prestigio, si iscrive a Roma presso la Facoltà di Psicologia. Non completa gli studi universitari e non consegue il diploma di laurea, in quanto nel 1973, viene assunto presso la ex Cassa Centrale di Risparmio V.E. Da sempre si considera più sindacalista che bancario, infatti, già nel 1975, diventa dirigente sindacale. Allo stato attuale, è Segretario Provinciale della FABI, il Sindacato più rappresentativo di categoria, e, inoltre, è componente del Dipartimento Comunicazione e Immagine del Sindacato, che pubblica un mensile: La Voce dei bancari. (150.000 copie al mese). Nel 1978, inizia a collaborare con il Giornale di Sicilia, per cui lavora fino al 1994. Si iscrive all'Ordine dei Giornalisti nel gennaio del 1981. Per oltre 20 anni, collabora con Radio-Video-Mediterraneo e con altre emittenti locali, regionali e nazionali. Dal 1996 ad oggi, collabora con La Sicilia. Dal 1997 al 2004 è corrispondente Ansa da Vittoria , Ragusa e provincia.  Direttore Responsabile di periodici, ultimo in ordine di tempo: Il Mantello di Martino, molti lo considerano "specialista" di cronaca nera.  Sempre attento alle vicende politiche, economiche, giudiziarie, riesce ad essere un attento osservatore e un apprezzato cronista.

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