Vittoria. 22 maggio 2020
La scuola Portella della Ginestra si trova in pieno quartiere Forcone, una zona di Vittoria “descritta” in vari modi, a volte eccessivamente variopinti, da chi pensa o crede, che chi affolla un quartiere, possa adottare comportamenti uguali per tutti. Probabilmente in qualche modo l’emulazione influisce, ma non costringe, ognuno ha una propria testa e si comporta come vuole. Inoltre, che senso avrebbe prendersela con una scuola? Una scuola che a detta di tanti, la stragrande maggioranza di chi vive in quel quartiere, ha i propri figli, nipoti, o figli di parenti e amici, che frequentano l’Istituto scolastico, apprezza molto la scuola. Eppure qualcuno ha pensato di mettere a segno ciò che viene definito da molti, un inqualificabile atto vandalico. Quando? Proprio mentre il corpo docente, il dirigente, le famiglie di bambini di quella stessa scuola, preparavano le celebrazioni per il triste anniversario dell’uccisione di Giovanni Falcone, il magistrato diventato simbolo, non solo per ciò che ha detto e fatto, ma per averci rimesso la vita, insieme ad altri, per una lotta alla mafia senza precedenti. E se la mafia lo ha ucciso, è evidente che Falcone aveva intrapreso la strada giusta.
Ma torniamo alla scuola, ho saputo immediatamente di quanto era accaduto, e, nonostante preso dalla frenesia di scrivere d’impeto, per riportare una brutta notizia di cronaca, vuoi per attaccamento personale a chi svolge le proprie funzioni in quella scuola, vuoi per la smania che assale i giornalisti, di “arrivare prima degli altri” quando accade qualcosa, ho deciso di attendere. In quel quartiere, che se devo essere sincero, è profondamente cambiato in meglio in questi ultimi anni, ci sono stato parecchie volte nel passato, ma adesso ci sono tornato. Ho visto gente, qualcuno mi conosceva, qualche altro, tanti, non mi conoscevano, eppure mi hanno parlato, hanno risposto alle mie domande, a volte insidiose. Ho percepito in maniera netta, che quella gente, è indignata per l’attacco alla scuola, quella gente, non capisce il perchè e si rifiuta di pensare che possano esistere questioni legate a fatti che non possono appartenere ad una scuola.
Io ci credo, voglio credere a chi sostiene, come la signora Rosaria, che i bambini vanno salvaguardati comunque, vanno tenuti fuori, persino da “ipotesi”. Solo un gesto ignobile da dimenticare. Ho letto le dichiarazioni rese da Lucia Azzolina, la Ministra dell’Istruzione, parla di un atto indegno per intimidire la scuola, ma aggiunge: non ce la faranno. Esprime solidarietà alla dirigente, al corpo docente, ai bambini, alle famiglie. Ne sono convinto, non ce la faranno, ma non perchè lo dice la Ministra, ma perchè lo pensa la gente, quella che vive in quel quartiere e che non apprezza alcuna forma di violenza.

Di Giovanni Di Gennaro

Nato a Vittoria il 14 giugno 1952; completati gli studi superiori presso l'Istituto Magistrale di Vittoria, negli anni 70, anni in cui erano in servizio, docenti quali: Bufalino, Arena, Frasca, Traina e tanti altri nomi di prestigio, si iscrive a Roma presso la Facoltà di Psicologia. Non completa gli studi universitari e non consegue il diploma di laurea, in quanto nel 1973, viene assunto presso la ex Cassa Centrale di Risparmio V.E. Da sempre si considera più sindacalista che bancario, infatti, già nel 1975, diventa dirigente sindacale. Allo stato attuale, è Segretario Provinciale della FABI, il Sindacato più rappresentativo di categoria, e, inoltre, è componente del Dipartimento Comunicazione e Immagine del Sindacato, che pubblica un mensile: La Voce dei bancari. (150.000 copie al mese). Nel 1978, inizia a collaborare con il Giornale di Sicilia, per cui lavora fino al 1994. Si iscrive all'Ordine dei Giornalisti nel gennaio del 1981. Per oltre 20 anni, collabora con Radio-Video-Mediterraneo e con altre emittenti locali, regionali e nazionali. Dal 1996 ad oggi, collabora con La Sicilia. Dal 1997 al 2004 è corrispondente Ansa da Vittoria , Ragusa e provincia.  Direttore Responsabile di periodici, ultimo in ordine di tempo: Il Mantello di Martino, molti lo considerano "specialista" di cronaca nera.  Sempre attento alle vicende politiche, economiche, giudiziarie, riesce ad essere un attento osservatore e un apprezzato cronista.

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