Vittoria. 30/09/2020
Di Seguito nota di rettifica della Dirigente dell’Istituto Pappalardo, ad un mio editoriale.

Grave e puerile errore di prospettiva.
Sono convinta che quanti a Vittoria mi conoscono, e oramai mi conoscono in tanti, non mi abbiano riconosciuta nella brutale fisionomia attribuitami nell’editoriale Italreport del 25 settembre 2020, Vittoria. La città ancora una volta subisce. Dichiarazioni improprie e fuori luogo.
Di origine anche vittoriese, a Vittoria ho frequentato il liceo classico Rosario Cancellieri degli anni 80, con i docenti che all’epoca rappresentavano l’intellighentia della città e che hanno fortemente contribuito alla formazione della mia personalità; per scelta e non per costrizione a Vittoria presto il mio servizio in un ruolo complesso ininterrottamente da otto anni, presso l’I.C. Pappalardo, di cui sono il rappresentante per legge e per animo; a Vittoria ho nel tempo mantenuto vecchie e avviato nuove amicizie nonché rapporti di stima reciproca; lavoro quotidianamente a Vittoria con docenti vittoriesi e non, per i bambini e i genitori vittoriesi.
A rigor di logica potrebbe bastare. Ma nonostante tutto, mi chiedo ancora perché alle mie poche parole, espresse a caldo, non sia stato dato lo stesso senso che l’autore ha dato in un altro articolo (Vittoria. Primo giorno di scuola insanguinato) del giorno prima, giovedì 24 settembre, dove lui stesso scrive: “Vittoria ancora alla ribalta della cronaca per episodi deprecabili”.
Un dirigente scolastico, guida e custode di centinaia di bambini e ragazzi, non può dunque esprimere il rammarico di fronte a fatti drammatici e illeciti che si verificano nella città, che colpiscono da vicino minori o si verificano in prossimità delle scuole.
Forse, a ben leggere l’editoriale, un dirigente scolastico, su cui incombono una quantità infinita di doveri, non ha il diritto di esprimere il suddetto rammarico se non vittoriese, seppure rappresentante di una scuola di vittoriesi.
O forse sin da subito molti hanno dimenticato il fatto di cronaca accaduto in prossimità della scuola che dirigo, attratti dall’eco di giornali che, non andando alle fonti e facendo leva sul facilissimo tam tam dei social, acquistano consenso navigando sul mare del niente.
Ritengo l’editoriale un grave attacco a quello che rappresenta la scuola a Vittoria e un grave disconoscimento di chi la fa.
Il 24 settembre, primo giorno di scuola, un fatto di cronaca grave si è verificato all’esterno dell’Istituto Pappalardo. Bambini e ragazzi, docenti e personale ATA non hanno assistito perché, per pochi minuti o forse attimi, dopo la campana le porte erano state chiuse e tutti erano nei locali interni. Per un caso fortuito.
Il fatto impressiona. Ma non tiene desta l’attenzione. Dopo qualche ora non si parla più del fatto in sé, grave, che poteva finire peggio. Si sposta l’attenzione su altro.
Le polemiche.
Non ho da aggiungere null’altro. Come già espresso, chi voleva capire ha capito. Tutto il resto è fumo negli occhi.
Sul prosieguo dell’editoriale oggetto di questa mia replica lascio infine il giudizio ai lettori, perché mi rifiuto di controbattere su affermazioni fuori contesto, campate sul nulla nonché intenzionalmente ostili e offensive.
Daniela Amarù
Dirigente Scolastico I.C. Pappalardo di Vittoria

Di seguito una lettera di risposta alla nota della Dirigente, che ha utilizzato toni eccessivamente accesi.

LETTERA APERTA ALLA DIRIGENTE AMARU’
Vittoria, 30 settembre 2020
Pregiatissima Dottoressa Daniela Amarù,
ieri, 29 settembre, ho ricevuto la Sua nota di richiesta di rettifica del mio editoriale su Italreport, che mi ha inviato per mail. Le confesso che leggendo, non ho riconosciuto la persona con cui avevo scambiato alcune considerazioni al telefono; ma a volte si sbaglia nelle valutazioni.
Nonostante non sia tenuto a rettificare un articolo pubblicato da una delle più diffuse Testate giornalistiche siciliane,quindi di pubblico dominio, ho deciso di pubblicare comunque la Sua nota, ma mi consenta alcune precisazioni, contenute su questa mia lettera aperta, che pubblicherò a seguire, giusto perché i lettori possano comprendere;
quando Lei mi ha telefonato, procurandosi il mio numero di utenza telefonica, considerato che non ci siamo mai conosciuti e incontrati, io, come Lei ricorderà, mi trovavo a Modica per un evento culturale, comunque Le ho risposto e ritengo di essere stato gentile e comprensivo, senza averLa mai offesa. Le ho immediatamente evidenziato la Sua gentilezza nei miei confronti e mi sono posto a Sua completa disposizione, consigliandoLe comunque, di chiedere una rettifica al quotidiano che aveva pubblicato le Sue dichiarazioni. Sa, è buona abitudine e deontologia professionale, non entrare mai nel merito di ciò che scrive un o una collega, su un organo di informazione diverso.
Ho constatato che Lei ha seguito il mio consiglio e ha provveduto a fare pubblicare alcune precisazioni, ma ho notato altresì che l’ha fatto utilizzando toni pacati, così come aveva fatto con me. Mi dispiace rilevare che nei miei confronti, stavolta, ha utilizzato toni ben diversi, intrisi di malcelata rabbia, astio e livore, tra cui, ne elenco solo alcuni: grave e puerile errore di prospettiva; nella brutale fisionomia attribuitami; ma nonostante tutto, mi chiedo ancora perché alle mie poche parole espresse a caldo, non sia stato dato lo stesso senso che l’autore ha dato in un altro articolo del giorno prima, giovedì 24 settembre, dove lui stesso scrive “Vittoria ancora alla ribalta della cronaca per episodi deprecabili”; ritengo l’editoriale un grave attacco a quello che rappresenta la scuola a Vittoria e un grave disconoscimento di chi la fa; e infine, la più grave, infamante e insidiosa delle Sue affermazioni: o forse sin da subito molti hanno dimenticato il fatto di cronaca accaduto in prossimità della scuola che dirigo, attratti dall’eco di giornali, che non andando alle fonti e facendo leva sul facilissimo tam tam dei Social, acquistano consenso navigando sul mare del niente.
Ora gentile Dirigente, non credo sia il caso che io aggiunga altro. Le Sue affermazioni, offensive e lesive della dignità, hanno oltrepassato ogni limite, nonostante io, per mera bontà, Le avevo riconosciuto l’alibi dell’emotività, quando Ella ha dichiarato che “lo stile dei vittoriesi…”.
Non c’è paragone tra lo scrivere che Vittoria è ancora alla ribalta della cronaca per episodi deprecabili, e affermare che un accoltellamento è in linea con lo stile dei vittoriesi. Oggi infine, come si dice spesso nei circoli ricreativi, “ci ha messo il carico” e ha persino evocato che il sottoscritto potesse essere alla ricerca di facili consensi, navigando sul mare del niente. Lei penso non si renda conto di ciò che ha scritto, ma io comunque, seppur non dovuta, ribadisco, pubblico la Sua nota.
Senza rancore Le auguro un futuro straordinario e La saluto cordialmente.
Gianni Di Gennaro (Giornalista – tessera professionale 109187 ROMA 15 gennaio 1981

Di Giovanni Di Gennaro

Nato a Vittoria il 14 giugno 1952; completati gli studi superiori presso l'Istituto Magistrale di Vittoria, negli anni 70, anni in cui erano in servizio, docenti quali: Bufalino, Arena, Frasca, Traina e tanti altri nomi di prestigio, si iscrive a Roma presso la Facoltà di Psicologia. Non completa gli studi universitari e non consegue il diploma di laurea, in quanto nel 1973, viene assunto presso la ex Cassa Centrale di Risparmio V.E. Da sempre si considera più sindacalista che bancario, infatti, già nel 1975, diventa dirigente sindacale. Allo stato attuale, è Segretario Provinciale della FABI, il Sindacato più rappresentativo di categoria, e, inoltre, è componente del Dipartimento Comunicazione e Immagine del Sindacato, che pubblica un mensile: La Voce dei bancari. (150.000 copie al mese). Nel 1978, inizia a collaborare con il Giornale di Sicilia, per cui lavora fino al 1994. Si iscrive all'Ordine dei Giornalisti nel gennaio del 1981. Per oltre 20 anni, collabora con Radio-Video-Mediterraneo e con altre emittenti locali, regionali e nazionali. Dal 1996 ad oggi, collabora con La Sicilia. Dal 1997 al 2004 è corrispondente Ansa da Vittoria , Ragusa e provincia.  Direttore Responsabile di periodici, ultimo in ordine di tempo: Il Mantello di Martino, molti lo considerano "specialista" di cronaca nera.  Sempre attento alle vicende politiche, economiche, giudiziarie, riesce ad essere un attento osservatore e un apprezzato cronista.

WP2Social Auto Publish Powered By : XYZScripts.com
RSS
Follow by Email